RECENSIONE: Il profumo del mosto e dei ricordi di Alessia Coppola
“Il profumo del mosto e dei ricordi” è dal 29 marzo 2018 in tutte le
librerie grazie a Newton Compton Editori, e segna l’esordio, nel panorama del
rosa italiano, di Alessia Coppola, già autrice di numerosi fantasy, tra cui la
famosa rivisitazione di Alice in Wonderland.
Titolo: Il profumo del mosto e dei ricordi
Autore: Alessia Coppola
Editore: Newton Compton
Genere: Contemporary romance
TRAMA
Lavinia vive a Firenze, dove studia e lavora come restauratrice.
Quando un telegramma le annuncia la morte del nonno, che non ha mai conosciuto,
sarà proprio lei a partire per la Puglia per valutare l’eredità ricevuta. Al
suo arrivo trova un’antica masseria da ristrutturare, terre e vigneti in stato
di abbandono, ma trova anche una grande famiglia pronta ad accoglierla.
Abituata alla città, Lavinia si sente quasi a disagio in quell’ambiente
rustico, e mal sopporta le premure e l’affetto che tutti le riservano, convinti
che lei sia lì per risollevare le sorti della tenuta. E invece Lavinia è pronta
a venderla, anche se non ha il coraggio di confessarlo. Quel viaggio in una
terra sconosciuta, selvaggia e vigorosa, ha però in serbo delle sorprese.
Alessandro, il giovane agronomo che lavorava a fianco del nonno, le farà
conoscere ogni angolo della proprietà, la guiderà alla scoperta delle sue
radici, narrandole storie che nessuno le ha mai raccontato. Ripercorrere
insieme a lui quel passato, avvolto nel mistero e capace di risvegliare tanti
ricordi, le farà cambiare idea su molte cose…
RECENSIONE
La Puglia è uno stato d’animo. E’ l’imperturbabile connessione che si
crea con le fronde argentee dei suoi ulivi, l’oro rosso che si estrae dai suoi
vitigni, le sfumature azzurre dei suoi mari, i colori vivaci dei suoi piatti
tradizionali, e tutte le sfumature d’affetto e d’accoglienza dei suoi
cittadini. Una volta assaporato privarsene è impossibile. Alessia Coppola con
“Il profumo del mosto e dei ricordi” è riuscita, attraverso la storia di
Lavinia e della sua famiglia, ad incamerare questo stato d’animo, ovvero un
indelebile tatuaggio che simboleggia l’appartenenza alla terra, che mette
radici profonde e che nulla può sradicare.
“Superai il porticato e mi sfilai le infradito.
Non so cosa mi prese, ma tenendole in una mano, iniziai a camminare sulla
terra. Il contatto mi trasmise una piacevole scossa sotto la pianta del piede,
che si diramò fino al cuore, facendomi sentire parte di quel luogo…camminavo e
sorridevo…mi chinai raccogliendo un pugno di terra, la strinsi e la lasciai
andare. Sembrava che ogni singolo granello mi mettesse in connessione con il
mio passato.”
Lavinia altro non è che una moderna Rossella O’Hara legata alle sue
origini salentine esattamente come la fautrice del motto “domani è un altro
giorno” alla sua Tara. Ignara, deve scoprirlo partendo da Firenze per
raggiungere il luogo dove tutto è cominciato: un antico casolare circondato di
vigneti. Di generazione in generazione la Rosa Bianca (è questo il nome della
tenuta che Lavinia ha ereditato da suo nonno) è stato sito di vendemmie e di
produzione agricole, il posto degli amori sbocciati, persi, ma mai finiti; il
crocevia di stirpi, nascite e famiglie, il regno di tradizioni e segreti. La
nostra protagonista, riservata, pignola e disillusa si trova dunque catapultata
in questo marasma umano, cercando di contemperare il suo rigido temperamento
con la schiettezza e genuinità dei contadini che abitano all’interno del
territorio della tenuta e con le ritrosie e i misteri malcelati di sua madre.
Inutile dire che ogni sua reticenza verrà abbattuta dalla calorosità di tutti
coloro che vogliono proseguire gli insegnamenti del nonno di Lavinia, i quali
le racconteranno a poco a poco ogni vicenda, ogni dettaglio che le permetterà
di rimettere a posto tutti quei tasselli mancanti nel puzzle della sua vita.
Ciò che non si aspettava è che l’incastro perfetto avrebbe avuto un nome:
Alessandro. Il ragazzo, l’uomo, il savio e premuroso individuo che la rimetterà
in asse con le sue origini, con la sua personalità, con i suoi progetti.
Alessandro infatti le insegnerà a vedere le cose sotto un’altra prospettiva: le
farà scoprire che il passato della sua famiglia ha un’altra chiave di lettura;
le insegnerà che il presente va assaporato quotidianamente secondo remora
alcuna; le mostrerà che la strada per il futuro è lì dove abita il cuore.
“Esistono solchi ben più profondi di quelli
scavati da un ulivo che impiega secoli per tenersi stretta la sua zolla e
levarsi verso il cielo. Sono le radici del cuore.”
Questo romanzo è un romanzo d’amore totalizzante. L’amore per la
propria terra, per le proprie origini, per la famiglia, per quella metà che ci
completa. L’amore inteso come sentimento di attrazione, riconciliazione, armonia,
come forza centripeta dei rapporti umani. Una vicenda corale per rappresentare
che il tempo è galantuomo, al momento opportuno ogni cosa accade e si compie,
pur facendo a volte dei giri immensi e strani. Con un linguaggio fluido, a
tratti discorsivo a tratti poetico, lo stile narrativo che l’autrice adopera ha
il potere di incantare e sedurre i lettori, proiettandoli nella dimensione
della vicenda romanzata come se potessero vedere le filare di viti, assaggiarne
i frutti maturi, gustarne nei calici i risultati del duro lavoro e
dell’esperienza, assieme a degli ottimi biscotti alla cannella handmade.
A SPASSO CON...
Lavinia e Alessandro
nei vigneti salentini, in mezzo
alle filare di viti, intenti a rincorrersi, a mangiarne i frutti, a partecipare
alla vendemmia, ad ascoltarsi, ad innamorarsi.
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