Recensione: Inganno - Maria Adolfsson

Titolo: Inganno
Autore: Maria Adolfsson
Genere: Poliziesco
Editore: SEM
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TRAMA

La detective Karen Eiken Hornby si sveglia in una stanza d’albergo senza ricordare molto della sera precedente: ha bevuto troppo. Nel letto, accanto a lei, c’è un uomo che dorme profondamente e non dovrebbe essere lì. È il suo capo, Jounas Smeed, comandante della divisione crimini della polizia di Doggerland. Karen pensa che dovrebbe decidersi a cambiare abitudini e darsi una regolata, anche perché la vita le ha già fatto pagare un conto salato. Troppo salato. È un pensiero che la tormentata detective ha spesso e che le si ripresenta con forza quando riceve l’incarico di indagare su un efferato omicidio. La vittima, infatti, è Susanne Smeed, proprio l’ex moglie del suo ultimo amante.
Karen Eiken Hornby è tornata a Doggerland per dimenticare il suo passato. Ci prova con l’aiuto dell’alcol, del suo impegnativo lavoro, e di uomini che non le piacciono. Ora però è obbligata a fare i conti con i propri errori e quelli degli altri.
Bestseller scandinavo, in corso di pubblicazione in molti paesi, Inganno è il primo, sorprendente capitolo di una serie di noir ambientati a Doggerland, un arcipelago immaginario situato tra la Gran Bretagna e la Scandinavia, nel Mare del Nord. Le isole, Heimö, Noorö e Frisel, rappresentano ciò che rimane della massa continentale che univa le terre britanniche e il continente europeo.


RECENSIONE

Inizierei con tre aggettivi che descrivono perfettamente questo libro: coinvolgente, innovativo e inquietante. Elementi secondo me indispensabili per dichiarare che un romanzo sia un poliziesco perfetto. L’inizio del libro, ossia i primi cinque, sei capitoli potrebbero farvi arrendere e decidere di chiudere “questo stramaledetto libro con questi nomi impossibili da ricordare”. Ma datemi retta non lo fate, continuate a leggerlo perché poi vi coinvolgerà totalmente, vorreste continuarne la lettura anche di notte e quando verrà sul serio il momento di concludere ne sarete dispiaciuti.

La protagonista assoluta del poliziesco è una donna di mezz’età, Karen Eiken Horby, una donna in un mondo di uomini dove battute o commenti maschilisti sono all’ordine del giorno e che è obbligata ad occuparsi solo di casi di poca importanza. Per questa situazione, non proprio idilliaca, deve ringraziare il suo nuovo capo, il macho per eccellenza, Jounas Smeed, con cui però durante una festa, ad alto livello alcolico, finisce a letto. Immaginate il suo stupore quando il giorno dopo questa debolezza, le viene affidato un caso di omicidio e la vittima in questione non è altro che l’ex moglie di Smeed. Karen però è pronta a dimostrare che vale, che sa fare il suo lavoro egregiamente, e con la sua arguzia ed intelligenza si impegna al massimo per trovare il colpevole.


Una caccia che però non si rivelerà per niente facile. Non solo i colleghi non sembrano ben disposti, ma l’ex signora Smeed aveva molti nemici (basti pensare che anche la stessa figlia adolescente non ha rapporti con lei), nessuno sembra spendere una buona parola in sua difesa e a peggiorare una situazione già ingarbugliata ci si mette anche il Capo della Polizia che vuole che il caso venga chiuso il più in fretta possibile. La Polizia vuole trovare un colpevole, un capro espiatorio qualsiasi, ma Karen sente che questo caso non è semplice e che il killer non è uno qualsiasi, anzi forse è qualcuno che la donna conosceva o forse è una persona legata al suo passato.

Non svegliare il can che dorme. Lascia che il passato resti passato.

Ma quando ciò non succede? Quando segreti ormai sepolti da tempo vengono a galla? Cosa può succedere? Ricordatevi che “Inganno” non è per niente un titolo scelto a caso.

Uno dei punti di forza del libro è la capacità descrittiva dell’autrice. Il romanzo si svolge a Doggerland, un arcipelago creato dalla scrittrice di sana pianta. Ma la sua descrizione accurata delle casette, dei vicoli, della natura lussureggiante che si affaccia su un mare limpido, del cibo tipico a base di pesce fresco pescato dagli abitanti ti fa sentire proprio lì insieme a Karen, anzi ti fa desiderare di poter visitare questo piccolo ma particolare Paese, ma purtroppo Maria Adolfsson ci illude miseramente.

Gli ultimi capitoli vi faranno battere forte il cuore, il ritmo si farà incalzante e angosciante fino al colpo di scena. Per Karen lavorare a questo caso non sarà solo un modo di dimostrare la sua bravura ma i vari intrecci la faranno ragionare meglio sulla sua vita, su ciò che ha perso e il senso di colpa che sembra non lasciarla mai. È un poliziesco ma è anche un romanzo che scava nell’interiorità umana.

Con una forza che non si riconosce ma che è lì da qualche parte, nascosta sotto strati di disperazione, sotto anni di rimpianti, si costringe a mantenere la presa. Sa che si sta aggrappando alla vita stessa. Le dita si stringono intorno alla speranza, alla guarigione, all’espiazione.

A SPASSO CON...
Karen


Per le strade di Doggerland, un luogo affascinante e misterioso.




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