Recensione: Nell'antro dell'alchimista - Angela Carter

E' tornata Angela Carter, una scrittrice sopra e fuori le righe. 

Titolo: Nell'antro dell'alchimista
Titolo originale: Burning your boots
Autore: Angela Carter
Serie: Racconti vol. 1
Editore: Fazi Editore
Genere: Narrativa
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TRAMA

Scomparsa al culmine della sua carriera, dotata di un estro narrativo magico e irraggiungibile, Angela Carter ha scritto romanzi e racconti, e sono stati proprio questi ultimi a consacrarla come una delle autrici più talentuose del ventesimo secolo.
Nell’antro dell’alchimista – diviso in due volumi di cui questo è il primo – raccoglie la produzione migliore di un’autrice fondamentale. La camera di sangue, secondo Salman Rushdie il capolavoro per cui verrà sempre ricordata, è una serie di bellissime fiabe in chiave moderna, libere riscritture di quelle classiche, in cui l’autrice sbeffeggia gli stereotipi di genere affidando alla figura femminile le redini della storia, donandole un erotismo inedito e conducendola verso un finale vincente rimaneggiato in chiave ironica. Fuochi d’artificio nasce invece dall’esperienza dell’autrice in Giappone ed è il punto di svolta nella sua produzione, nonché il momento in cui il tema del femminismo diventa centrale: «In Giappone ho imparato cosa significa essere donna e mi sono radicalizzata».
Ai tesori custoditi all’interno di questa magistrale raccolta Angela Carter ha affidato il proprio testamento stilistico, servendosi di una scrittura raffinata, barocca, a tratti ermetica e costruendo una nuova mitologia femminista con cui condurre un’acuta analisi della società che supera le barriere del tangibile e penetra i meandri dell’immaginazione. Queste pagine, semplicemente, sono la testimonianza di una perdita incolmabile per la letteratura.

RECENSIONE

Fazi Editore pubblica Angela Carter, e io la leggo. Questa volta si tratta di una raccolta di racconti, "Nell'antro dell'alchimista", appunto di cui questo è il primo volume. Dopo "Notti al circo" e "Figlie sagge" chi ha avuto modo di apprezzare non ci ha pensato due volte a fiondarsi letteralmente su questa nuova uscita, seppur di racconti si tratta e non di un vero e proprio romanzo.

Una precisazione a questo punto mi pare opportuna. Angela Carter è come l'opera lirica: o si odia o si ama. Non esistono vie di mezzo. Le sue trame, il suo stile narrativo, i suoi messaggi subliminali, le vie metaforiche che intraprende il suo cervello acuminato tradotto in carta scritta sono così sopra o fuori le righe che o le si apprezza in toto senza giudizio oppure le si critica senza filtro alcuno.

Purtroppo - o per fortuna - Angela Carter non è per tutti, è per chi ha il coraggio di osare, per chi esce fuori dagli schemi, per chi non giudica, e soprattutto per chi vede oltre e afferra il messaggio.

Senza peli sulla lingua, eppure enigmatica. Prolissa e contemporaneamente ermetica. Un linguaggio aulico e culturalmente elevato eppure intriso da battute triviali, terminologia languida ed erotica. Doppi e tripli sensi a gogò. Riesce dunque a coniugare la dolcezza e il romanticismo dei petali di rosa con la volgarità primordiale del rumore di un peto. E' maga nel mescolare la pudicizia di termini arcaici con discorsi schietti e senza filtri. E' capace di amalgamare il fantasy all'erotismo e l'erotismo alla cultura giapponese. E ha riscritto più sfaccettate versioni de "La bella e la bestia", dando ogni volta un finale diverso e ruoli differenti ai protagonisti che già conosciamo. Così come ha rivoltare come un calzino la favola di Cappuccetto rosso, o a ironizzare sarcasticamente sul Gatto con gli stivali.

A volte è anche troppo, al limite del comune sentire, il suo modo di proliferare storie bizzarre e spesso soprannaturali. Ma presa a piccole dosi e letta spogliandosi di pregiudizi, è di un acume straordinario. Ecco perché leggerla: perché nella suo stravagante modo di pensare c'è un oceano di creatività. 

"Tutti gli artisti sono un po' pazzi, si dice. Questa follia è, in una certa misura, un mito creato dagli artisti stessi per tenere alla larga i comuni mortali dalla congrega creativa fenomenalmente compatta. Però, nel mondo degli artisti, i consapevolmente eccentrici rispettano e ammirano sempre quelli che hanno il coraggio di essere genuinamente un po' pazzi."


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