Recensione: La coda del diavolo - Maurizio Maggi

Titolo: La coda del diavolo
Autore: Maurizio Maggi
Editore: Longanesi
Genere: Thriller
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TRAMA

È una rara notte di temporali, in Sardegna, quando arriva il mostro. La ragazza era riuscita a fuggire, ma lui, il suo rapitore e aguzzino, l'ha inseguita e l'ha uccisa, incurante del fatto che a pochi metri di distanza ci fosse una pattuglia della polizia. Per questo, subito arrestato, il mostro viene portato immediatamente in carcere. Lì, ad attenderlo, c'è un mondo chiuso fra mura spesse e sbarre di ferro alle finestre. Lì, soprattutto, c'è Sante. E l'arrivo di quell'assassino è forse l'occasione di redimersi che Sante attende da tutta la vita. Sante ha un segreto, una colpa da espiare, un passato da cui scappare. Eppure, Sante è in prigione per sua stessa volontà. Perché lui non è un carcerato, ma una guardia. La sua è una condanna autoinflitta. Ma quella notte tutto cambia. Può un peccato cancellarne un altro? Perché quel mostro è ricco e protetto. Ha agganci altolocati. Se la caverà, dice a Sante l'avvocato della madre della vittima. L'assassino ne uscirà, a meno che Sante non intervenga. E lo uccida. L'avvocato promette a Sante un alibi, una copertura, una via d'uscita e soprattutto tanti soldi. Uccidere è la cosa giusta? Si chiede Sante. Ma il giorno dopo, nulla di tutto ciò ha più importanza. Perché il mostro è stato ucciso e tutti i sospetti cadono proprio su di lui, su Sante. Che, da quel momento, non ha altra scelta che la fuga... E la ricerca della verità. Un conflitto morale che ci porta a chiederci: noi cosa faremmo? E una verità che emerge poco a poco in un quadro sempre più sconvolgente.

RECENSIONE

“La verità è come una banconota, ha valore solo se è intera. Mezza banconota non vale la metà di quanto indicato, vale zero.”

Un libro quando è bello, ma bello veramente, lo si capisce perché si fa difficoltà a lasciarlo andare.
Questo è proprio uno di quei casi.

La storia di Sante Moras, friulano trapiantato in Sardegna, ex soldato arruolato perfino nella legione straniera e ora mite secondino in un carcere isolano. In questo carcere tutto cambia quando arriva Ilianu Virdis un uomo accusato di aver segregato e poi ucciso a sangue freddo con un colpo di pistola alla nuca, come in un mattatoio, una giovane minorenne dell’est.
Il  “Mostro” viene dato in custodia proprio a Sante e relegato nella parte più isolata del carcere per evitare che altri detenuti possano avere contatti in alcun modo, ma dopo poche ore di custodia Virdis viene trovato morto nella sua cella, Moras viene momentaneamente sospeso, ma una siringa di quelle per le esecuzioni capitali usate negli Usa viene trovata poco fuori del carcere con impresse le impronte proprio di Sante. Ma qualcosa come sempre non torna, che motivo aveva Sante di ucciderlo? Aveva dei legami con l’assassino, era complice?

Questi sono solo alcuni degli interrogativi che si pongono i media e Sante inizia a sentirsi braccato, ricercato ma  grazie all’aiuto di Fabiana, una giornalista che vuole vederci chiaro in questa faccenda, riesce a fuggire e a darsi alla macchia ben sapendo che un  buon legionario il modo per riuscire a nascondersi lo troverà sempre.
Un uomo in fuga dunque, in fuga non solo da chi gli da la caccia, ma anche da se stesso e da un passato tragico che da diciassette anni lo tormenta e dal quale vuole redimersi.
Con i giorni che passano però, Sante troverà nuove motivazioni per lottare e continuare a resistere e da preda si trasformerà in cacciatore, il perché non lo posso svelare ma sarà una caccia senza esclusione di colpi, fino ad arrivare ad un finale esplosivo in tutti i sensi.


“Com’era la storia? Un fatto insolito è solo una coincidenza, due sono un indizio e tre una prova.”

La spietata organizzazione criminale che rapisce e tortura ragazzine minorenni dell’est marchiandole a fuoco proprio come animali, il simbolo impresso che somiglia in maniera alquanto sinistra alla coda del diavolo; la fuga di Sante attraverso la Sardegna e le bellissime descrizioni dei luoghi di quella terra ancora in qualche modo selvaggia; la caratterizzazione direi perfetta dei personaggi che all’inizio sembrano in un modo ma alla fine rivelano ben altro volto.
Ecco, questo e molto altro, fanno di questo libro un thriller tutto da gustare, dall’inizio alla fine.
La parte introspettiva di Sante e il suo oscuro passato che mano a mano  si va avanti coi capitoli diventa sempre  più chiaro e una delle parti che ho apprezzato di più, mentre avrei dato a mio gusto più visibilità al personaggio di Fabiana.
Sono sempre stato restio a leggere thriller Italiani, ci penso sempre più di una volta, perché per me manca quel qual cosa, quel quid  che invece, e devo dire con molto piacere, ho trovato in questo libro di Maurizio Maggi. Riesce a non far rimpiangere nemmeno per un secondo i grandi scrittori di thriller americani o inglesi.

“…pentimento o punizione non riaggiustano ciò che si è rotto. Nemmeno una buona azione ne compenserà una malvagia. Ma se hai l’opportunità di fare una cosa giusta, falla e basta, non fare calcoli.”

A SPASSO CON ...
SANTE 


In quella parte del Friuli, dove fra il bosco e il lago si è consumato il dramma che lo divora ogni momento da diciassette anni, un passato tragico e indelebile.

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