Recensione: Libellula - Amelie scrittrice 

Prosegue la trilogia dark romance di Amélie con l’uscita del secondo volume, Libellula, disponibile negli store online dal primo luglio. Quali efferatezze riserva ancora la famiglia Isakov?

Titolo: Libellula
Autore: Amélie
Serie: Fuoco di Russia, Vol. 2
Editore: Self Publishing
Genere: Contemporary Dark Romance
Link d'acquisto: Amazon

TRAMA

Sono trascorse poche settimane da quando ho siglato un patto con il diavolo, scegliendo di sposarlo per salvare la mia casa e i meravigliosi ricordi legati a essa. Ora, Ruslan mi propone un altro terribile gioco: sottomettermi a lui per il bene di mio fratello, rinchiuso da cinque anni in questa villa maledetta. Jurij è lo schiavo di Oleg, come io lo sono di Ruslan, e il marchio infamante che portiamo sulla spalla destra ne è una conferma. La mia sottomissione passerà attraverso delle prove: se le supererò, potrò trascorrere un po’ di tempo con mio fratello e ottenere un miglioramento delle sue condizioni di vita. Ruslan ha trovato il mio tallone d’Achille e io non posso far altro che accettare il suo sporco gioco, sacrificandomi ancora una volta per l’unica persona che abbia mai amato. Ruslan è implacabile, crudele, sadico, sempre di più a ogni prova, ma se la ricompensa è Jurij, non m’importa di soffrire. Ogni giorno, vedo una maschera diversa sul volto di mio marito, ma l’unica che mi fa battere il cuore è quella dolce e comprensiva, generosa e benigna. Quando Ruslan indossa questa maschera, sento che potrei persino amarlo… Ma è tutta un’illusione. Ruslan Isakov è il diavolo, affascinante, subdolo, ingannevole, sempre pronto a bruciarmi con il suo fuoco demoniaco. È un cobra, che m’incanta con i suoi movimenti sinuosi e la bellezza selvaggia, che striscia silenzioso e mi azzanna quando meno me lo aspetto, infettandomi con il suo veleno micidiale. Devo stare molto attenta, perché lui è mio nemico e non può essere altro. 
E se Ruslan non fosse l’unico dal quale dovermi guardare le spalle? Se ci fossero altri nemici ancor più pericolosi di lui, che minacciano tutto ciò in cui ho sempre creduto? Che cosa ne sarebbe della mia vita? Ognuna di queste domande troverà risposta e allora rimpiangerò davvero di essere nata. Rimpiangerò di non essere una libellula in grado di volare via per non tornare mai più.

RECENSIONE

«Voglio di più. Voglio tutto.»

Cinque parole per descrivere il sentimento malsano di Ruslan Isakov nei confronti di sua moglie, Zara.
Giunti al secondo volume della serie dark Fuoco di Russia, l’autrice non si smentisce, né snatura i suoi personaggi: un cobra lui, una libellula lei. Un diavolo e un angelo. Oscurità e Luce.
Avevamo lasciato Zara alle prese con una rivelazione sconvolgente su suo fratello Jurij, l’unico amore della sua vita, l’unica persona il cui ricordo le dava la forza di resistere alla famiglia Isakov. Ma ora Jurij, oltre ad essere una pallida imitazione di se stesso, è diventato anche la merce di scambio con la quale Ruslan continua a dettare le perverse regole del gioco in cui ha coinvolto Zara dal giorno in cui ha posato gli occhi su di lei, nei boschi di Tikhvin. E come rifiutare le prove a cui la sottopone, se il fallimento implica una punizione per suo fratello?

Ruslan è più cattivo che mai, ferocemente convinto di volere Zara per tutta vita accanto a sé, ma altrettanto sicuro che non la amerà mai. Gode del suo dolore, gioisce delle sue lacrime, si bea delle sue notti insonni. Ma si infuria quando la possiede, perché sebbene riesca a violarla entrando dentro di lei come più gli aggrada, è altrettanto vero che non un singolo cenno di cedimento riesce a ottenere: Zara si isola, innalza delle barriere sempre più alte tra lei e il suo carceriere, ha gli occhi spalancati ma va oltre la sua immagine. E oltre tutte le nefandezze che Ruslan le mostra ogni giorno.


Nella sua nuova trilogia, Amélie ha dato vita ad un personaggio femminile indimenticabile, forte come pochi pur nella fragilità della sua situazione. Due genitori che l’hanno venduta al miglior offerente, un fratello succube del suo padrone, un marito ossessionato dal suo dolore, un suocero depravato, un cognato follemente innamorato di lei ma non abbastanza forte da battersi per salvarla e una cognata che la detesta dalla profondità del suo essere: Zara è completamente sola e non può contare su altri che su se stessa per sopravvivere. Si sottomette, scende a compromessi? Sì, ma lo fa senza perdere se stessa, rimanendo sempre e comunque fedele al suo vero io. Ed è proprio questa sua forza ad attrarre Ruslan come una calamita: quando soffre, soffre in maniera autentica; quando odia, lo fa con tutto il cuore; quando ama, dà tutta se stessa. Il suo animo è incorruttibile, sebbene il suo corpo venga saccheggiato e la sua mente stuprata.
Nonostante manchi un solo libro alla fine della trilogia, in Ruslan non ho visto cenni di cedimento, non sono riuscita a scorgere neppure un barlume di umanità in lui: per alcuni attimi fugaci, ho creduto potesse esserci uno spiraglio di luce, ma subito dopo sono ripiombata nelle tenebre del suo cuore nero. Ad ora, non vedo la possibilità del sorgere di una storia d’amore, ma è anche vero che Amélie sa sempre come ribaltare le carte in tavola, e lo sconvolgente finale di Libellula l’ha dimostrato ancora una volta.

A SPASSO CON ...
Ruslan e Zara in un campo di tulipani rossi


Simbolo della famiglia Isakov, e pertanto incarnazione di sofferenza e malvagità per Zara, in Libellula i tulipani si sono trasformati in un momento di spensieratezza, reso ancor più significativo dall’oscurità che permea il resto del libro.

Ringrazio l'autrice Amelie per avermi fornita copia digitale del romanzo. 

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