Recensione: Per Lanciarsi dalle Stelle - Chiara Parenti

È uscito il 14 giugno, grazie a Garzanti, il nuovo libro di Chiara Parenti. Per lanciarsi dalle stelle è un romanzo che vi arriverà dritto al cuore. Venite a scoprire perchè. 

Titolo: Per lanciarsi dalle stelle
Autore: Chiara Parenti
Editore: Garzanti
Genere: Romanzo rosa, Narrativa
Link d'acquisto: In fondo alla pagina

TRAMA

"Fai almeno una volta al giorno una cosa che ti spaventi e vedrai che troverai la forza per farne altre". Sono queste le parole che Sole trova nella lettera che la sua migliore amica le ha scritto poco prima di ripartire per Parigi, subito dopo l'unico litigio della loro vita. Quel litigio di cui Sole si pentirà per sempre, perché non rivedrà mai più Stella, la persona più importante per lei. Sole non smette di guardare quel foglio perché, anche se ha solo venticinque anni, non c'è nulla di più difficile per lei che superare le proprie paure. Sa che, se le tiene strette a sé, non c'è nulla da rischiare: il lavoro sicuro per cui ha rinunciato al sogno di fare l'università; il primo bacio mai dato perché è meno pericoloso immaginarlo tra le pagine di un libro che viverlo realmente. Ma ora Sole non può più aspettare. Lo deve alla sua amica. Così per cento giorni affronta una paura alla volta: dal lanciarsi con il paracadute al salire sulle montagne russe; dall'attraversare un bosco sotto il cielo stellato al fare un viaggio da sola a Parigi. Giorno dopo giorno, scopre il piacere dell'imprevisto e dell'adrenalina che le fa battere il cuore. A sostenerla c'è Samanta, un'adolescente in lotta con il mondo che ha paura persino della sua immagine riflessa. Rivedendosi in lei, Sole prova a smuovere la sua insicurezza e a insegnarle ciò che ha appena imparato: è normale avere paura, quello che serve è solo un unico, singolo, magnifico istante senza di essa. Ma c'è un unico istante che Sole non è ancora pronta a vivere. L'istante in cui deve confessare la verità al ragazzo di cui è da sempre innamorata. Una prova più difficile di tutte le altre. Perché anche l'amore può vestirsi d'abitudine e confondere. E per amare davvero bisogna essere pronti a mettersi in gioco. Perché persino i sogni possono cambiare quando sono solo una favola. Dopo il successo della Voce nascosta delle pietre, Chiara Parenti regala ai suoi lettori un nuovo romanzo che ci insegna a guardare dentro noi stessi. Una storia sull'importanza di assaporare ogni attimo, di non perdere le occasioni della vita. Una storia sull'amicizia che quando è sincera scava dentro anche se fa male. Una storia sul coraggio di guardare oltre la paura per toccare le stelle.

RECENSIONE

“La paura è uno specchio deformante che ci fa vedere le cose più brutte di quel che sono e io ho scoperto sulla mia pelle che sono più le cose che ci spaventano di quelle effettivamente pericolose.”

Chiara Parenti è riuscita nell’impresa di raccontare la paura da una prospettiva comune a molti di noi, e proprio per questo invalidante per la vita di tutti i giorni. Qui non stiamo parlando della paura che ci viene narrata nei thriller o negli horror: nessun rumore improvviso in piena notte, niente porte che cigolano, niente case infestate, niente serial killer che seminano il panico con i loro atti efferati.
La paura di cui ci parla l’autrice racchiude tutte quelle piccole cose con cui ci siamo trovati a scontrarci almeno una volta nella vita: prendere un aereo, toccare un insetto, parlare in pubblico, partire per un viaggio da soli, lanciarsi con un paracadute, dire a una persona ciò che proviamo per lei, mettersi in gioco, fallire.
Ma se paure come queste diventano talmente potenti, sviluppano una tale capacità di dominarci, al punto da condizionare la nostra vita?

È quello che succede a Maria Sole, la protagonista del romanzo. Venticinque anni, una vita senza mai distaccarsi troppo dal suo paese di nascita, un lavoro sempre uguale nel piccolo supermercato della zona, due genitori che la riempiono di attenzioni e premure eccessive, mai nulla che la faccia uscire dalla sua comfort zone.
L’unica traccia di colore sgargiante nella sua esistenza è la migliore amica di sempre, Stella. Il suo opposto, in tutto e per tutto: ogni cosa per Stella è super, dalla felicità alla bellezza, dal divertimento alle sfide. Due persone profondamente diverse, ma legate sin da bambine. Solo una è l’impresa che Stella, pur lanciandovisi a capofitto, non è mai riuscita a portare a termine: spingere Sole a uscire dal suo guscio.
Durante l’ennesimo tentativo da parte di Stella, premeditato e voluto, fra lei e Sole scoppia un violento litigio, che si conclude in malo modo: l’amica cerca di spronarla a rischiare regalandole un weekend a Parigi, dove lei vive, ma Sole alza ancora una volta una barriera, schermandosi dietro le sue paure dell’ignoto.
È la prima volta che le due amiche non si rivolgeranno la parola per giorni. A noi viene offerto il punto di vista di Sole, dentro la quale si scontrano il voler mantenere la sua posizione e il desiderio che tutto venga dimenticato. Fa presto a vincere l’ultimo: appena tornata a casa dal lavoro, chiamerà Stella e si chiariranno. E ogni cosa tornerà come prima.

È buffo: a volte pensiamo di avere tutto il tempo del mondo, e invece è proprio il tempo tutto quello che ci manca, quando il mondo finisce.

Provate a immaginare la scena: Sole torna a casa, entusiasta alla sola idea di parlare nuovamente con la sua amica, di farsi anche una risata sui giorni passati senza sentirsi. Ma appena entra, i volti dei suoi genitori si stagliano davanti a lei, tristi e angosciati. Da lì a poco, la notizia: non parlerà mai più con Stella, perché la sua stella luminosa ha smesso di brillare per sempre. O almeno è ciò che crede Sole.

Come affrontare il senso di colpa, le ultime parole che le ha urlato (“Non voglio vederti più!”), il fatto che non sarà più al suo fianco?
Inizia un periodo molto buio per Sole, tormentata anche dal non aver chiesto alla sua amica quale fosse la notizia super-importante che voleva comunicarle a Parigi.
Poi, all’improvviso, una lettera: le ultime parole di Stella per lei, il desiderio che la sua amica non si faccia travolgere dagli eventi ma sia lei a decidere la direzione della sua vita, la necessità di sperimentare, provare, fallire, ricominciare e, cose più importanti, un consiglio e un augurio: “Sai come si vince la paura? Facendo proprio quello di cui si ha paura!” e “Vivi finchè sei viva! E splendi, Sole, splendi più che puoi!”.

Non è facile per una persona che ha passato l’intera vita a tenersi alla larga dalle novità, dalle sfide e dai nuovi propositi cambiare di colpo e buttarsi giù dal dirupo. Ma è quello che deciderà di fare Sole, spinta forse dal senso di colpa all’inizio. Prende alla lettera le parole di Stella e stila una lista, che aggiorna di giorno in giorno, delle cose che più le fanno paura, ripromettendosi di affrontarne una al giorno.

La prima, che dà inizio a tutto, è anche quella che molti di noi non farebbero mai: lanciarsi con un paracadute. Ma sono proprio le sensazioni assurde del lanciarsi verso il vuoto, di volare, quel picco di adrenalina che le scorre dentro a farle prendere atto di un insegnamento importantissimo: la maggior parte della paura verso qualcosa evapora nel momento in cui la si sta affrontando. Tutto sta nel superare il timore iniziale. Ed è così che, passo dopo passo, e grazie anche all’aiuto di una nuova amica, Sole si farà coinvolgere nelle imprese più disparate, dalle più normali a quelle più stravaganti, e tutto per Stella, per affrontare il dolore della sua perdita ed elaborarne il lutto.
Ma si sa, in questi casi ben presto ci si rende conto che quello che si credeva di fare per un’altra persona cambia profondamente anche noi, e questo è uno degli esempi positivi di quando ciò avviene.

Se per sentire il cuore battere come se stesse per prendere il volo, se per avere le gambe di gelatina e un fuoco dentro che divampa bisogna abbandonare ogni pretesa di perfezione, ebbene sia.
E allora proprio qui e ora decido che voglio vivere così, spettinata, imperfetta, con l’anima che mi esplode di vita.

Sole acquisisce nuove consapevolezze e con lei sua madre. E la sua nuova amica Samanta, la madre di quest’ultima, i genitori di Stella, suo fratello Massimo.

Seppur scritto dal solo punto di vista di Sole, Per lanciarsi dalle stelle è un romanzo che indaga l’animo di tutti i suoi personaggi, svelandone le paure e i diversi modi per riuscire a superarle.
Come una presenza costante, anche se all’inizio marginale, emerge un ragazzo, Samuele. Un artista, che incontra Sole per caso e sempre quando lei è alle prese con qualcosa di buffo. Un ragazzo bello e spontaneo, che la vede per quello che nemmeno lei sa di essere.


Un amico, null’altro che questo. Perché il cuore di Sole appartiene a Massimo, il fratello di Stella, da sempre e per sempre. Anche se lui non lo sa e forse non lo saprà mai. Lei è sempre stata convinta che fosse il suo Mr Darcy, il protagonista del romanzo che ha letto ventisei volte e la cui copia consunta non la abbandona mai.

Ma cosa succede quando ci si rende conto che l’amore descritto nei romanzi può essere ben diverso dalla realtà? È bello essere innamorati dell’idea dell’amore, ma trasposto alla vita reale ciò deve combaciare con la persona che ci fa battere il cuore e si impossessa del nostro cervello. E non è detto che ciò avvenga, perché quando si crede di aver amato totalmente nella vita può arrivare una persona che stravolge totalmente le carte in tavola e ci fa sbattere contro una nuova forma di amore, più vivida e travolgente, oppure si può incontrare qualcuno che ci mostri come un amore che vive solo nella nostra interiorità, senza che l’altro ne sia a conoscenza, non è ciò che vogliamo e non è vero amore.

Mi sono rispecchiata in molti punti del romanzo di Chiara Parenti, e lei stessa ammette di aver donato molto di sè a Sole. Nelle note finali l’autrice ci confida che si è trovata, nel corso della vita, ad essere limitata dalle stesse paure che Sole si è portata dietro per 25 anni, e che ha imparato sulla sua pelle quanto sia dura affrontarle, ma anche quanto sia liberatorio evitare che ci condizionino la vita.
È impossibile eliminare ogni singola paura da noi stessi, in fondo si tratta di un meccanismo di adattamento che ci portiamo dietro a livello evolutivo e che ci assicura la sopravvivenza. Ma è anche vero che spesso la paura cela il non volersi mettere in discussione per paura di fallire, quale che sia l’impresa da compiere.

È normale avere paura. – scrive Chiara Parenti – Serve solo un unico, magnifico istante senza di essa.

A SPASSO CON...
Sole

a Parigi, la città che ha rapito il cuore della sua migliore amica Stella. 
La stessa città che imparerà ad amare anche lei.

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