Review Party: Fashion Victim - Amina Akhtar

Oggi vi parlo di una recente uscita targata Leone Editore, "Fashion victim" di Amina Akhtar, pubblicato lo scorso 20 giugno.

Titolo: Fashion Victim
Titolo originale: #Fashion Victim
Autore: Amina Akhtar
Genere: Thriller
Editore: Leone Editore
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TRAMA

Reduce da un passato oscuro e intriso di sangue, Anya St. Clair si crea una nuova identità e si fa assumere come editor da una celebre rivista di moda, La Vie. L'unica ragione di questo passo, a ben vedere, sembra essere l'ossessione per Sarah Taft, la seguitissima influencer che lavora per la stessa rivista. Forse non è un caso se la mente fragile di Anya comincerà presto a vacillare, schiacciata dalle umiliazioni subite in redazione; e così, perso ogni contatto con la realtà, le manie sfoceranno nel delirio assoluto. Tra stagiste vessate, armi improprie, vendette in grande stile e ironica ferocia, Anya metterà in piedi una grande macchina della morte, nel cui vortice cadranno tutti i suoi colleghi.


RECENSIONE

In Fashion victim l'autrice Amina Akhtar ambienta la storia negli uffici di una rivista di moda, dove la protagonista Anya St. Claire cerca di raggiungere il successo a colpi di pugnale...già perché come anticipato dalla trama ci troviamo di fronte ad una donna dal passato oscuro che pur di sfondare ed essere accettata non esita ad uccidere. Badate bene però: perché questa storia si discosta dai classici thriller pieni di mistero e colpi di scena, qui la vicenda assume dei connotati assurdi tanto da sfociare a volte persino nell'ironico.

Quando ho iniziato la lettura di questo libro sin dalle prime pagine mi è sembrato di rivedere le scene del film Il diavolo veste Prada; l'autrice ci racconta con sapiente bravura i retroscena del magico mondo della moda. 

Anya lavora nella famosa rivista La Vie dove tutti ma proprio tutti sono superficiali e materialisti fino allo sfinimento, la moda per queste persone rappresenta la loro intera esistenza. Invidie e cattiverie gratuite devono essere all'ordine del giorno per stare al passo con le ragazze più chic e ammirate.

"In genere riuscivo sempre a cogliere il momento esatto per abbandonare un'amicizia fallita. Quando succede, non ti importa più niente di quella persona. Non provi più nulla. Diventa solo un fastidio."

È interessante vedere come non esistano vere amicizie, tutti si usano a vicenda per salire i gradini della scala sociale e quando un'amicizia non è più utile viene presto dimenticata; le loro giornate trascorrono tra un selfie con il nuovo accessorio di tendenza della settimana e un salto alle sfilate di moda per finire con un tour per i numerosi party chic che durano fino all'alba. In questo scatenato ambiente Anya cerca di farsi largo a tutti i costi. Sicuramente Anya è un personaggio singolare nel suo genere, è l'esempio di come l'antagonista assume vita propria diventando la vera protagonista e relegando in questo caso le vittime a personaggi secondari; tutto ruota intorno a lei e alla sua morbosa ossessione per la collega di La Vie, Sarah Taft. Un'ossessione che sfocia nello stalking vero e proprio perché Anya tiene costantemente sotto controllo ogni aspetto della vita di Sarah, arrivando a spiare le e-mail e i suoi social di cui possiede la password per scoprire ogni persona con cui interagisce; Anya vuole disperatamente essere come Sarah, per lei rappresenta l'ideale assoluto di perfezione ed è fermamente convinta che presto diventerà la sua migliore amica.

"La osservai raccogliere la sua cascata di capelli biondi in uno chignon. Immaginai di strangolarla usando le sue stesse ciocche. Non le andava mai bene niente. Io non andavo mai bene. Lo avevo sempre saputo, ma adesso era ancora più evidente...Mi voleva bene eppure odiava il mio look. Voleva che seguissi i suoi consigli di stile ma si arrabbiava quando la copiavo. Non sapevo mai come comportarmi e questo mi rendeva ansiosa."


Per raggiungere il suo scopo è pronta a tutto, a sotterfugi, colpi bassi e sgambetti sul lavoro ma ben presto i suoi sentimenti di adorazione per la collega diventano talmente eccessivi da dare il via ad una scia di sangue ininterrotta...chiunque, dentro e fuori la redazione di La Vie, è inconsapevolmente una possibile vittima della furia di Anya.
Chi si permette di allontanare l'attenzione di Sarah da lei viene brutalmente ucciso dalla killer modaiola, che siano stagiste o heaters oppure fashion blogger famose. Chi si mette dunque sulla strada di Anya, intralciandola nel suo scopo, fa brutta fine.

"Ma si era trattato di legittima difesa. Avrebbe spifferato i fatti miei al mondo intero. Avrebbe confessato che il mio curriculum era stato completamente inventato, che avevo mentito su tutto. Persone come lei non meritano di vivere. Il dottor M. sarebbe stato fiero di me. Avevo agito."

Anya è indubbiamente una donna dalla personalità fortemente disturbata e psicotica che vira facilmente da un eccesso all'altro, cambia continuamente idea sulle persone che le stanno intorno e il bello è che non si capisce mai quale sarà la sua prossima mossa e chi sarà il prossimo a morire perché lei passa dall'amore all'odio e viceversa nel giro di un attimo, ma basta poco per farla di nuovo arrabbiare; la sua stessa ossessione per Sarah oscilla continuamente da un estremo all'altro fino a raggiungere un climax culminante in cui si rende conto che non potrà ottenere ciò che desidera.

"Il mio cuore non si limitò a sprofondare nelle viscere. Si suicidò dall'ultimo piano dell'Empire State Building. Sarah mi disprezzava. Odiava tutto di me. Non riuscivo a crederci. Io ero solo un accessorio. Non ero nessuno. Era stata tutta una farsa."

Da quel momento i sentimenti per Sarah cambiano inevitabilmente e alla fine pur continuando ad idolatrare la ragazza attua la sua vendetta terrificante che per Anya ha il sapore di una punizione.
Nonostante sia evidentemente pazza, Anya però è anche molto intelligente perché lascia dietro di sé una scia di morti senza che nessuno abbia il minimo sospetto su di lei. E' impressionante come con il susseguirsi degli omicidi, di riflesso, aumenti il prestigio e la popolarità di Anya che continua ad uccidere indisturbata e che passa pure per vittima del misterioso serial killer.

"Non era stata colpa di Zhazha. Nessuno mi aveva notato, non lo facevano mai. Ecco perché mi piaceva vestirmi di nero. Mi confondevo meglio nella folla. Chi si ferma a guardare il brutto anatroccolo se è circondato dai pavoni?"

Che dire, Anya è stata veramente una scoperta, una protagonista che ha reso questa storia una vera e propria novità, ho letto con grande interesse questo libro che ha saputo catturare la mia attenzione fino all'ultima pagina; l'autrice ha saputo dar vita ad una trama ben articolata con uno stile fresco e d'effetto, i monologhi interiori di Anya sono poi talmente assurdi da risultare persino ironici.
Anya è un personaggio che non tutti apprezzeranno ma io personalmente ogni tanto mi diverto ad uscire dallo schema predefinito del protagonista dalle buone intenzioni e leggere questo libro si è rivelato  un piacevole svago.

A SPASSO CON... 
Anya


per la redazione di La Vie, a mietere vittime.


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