Recensione: Echi in tempesta – Christelle Dabos
Quarto ed ultimo capitolo della serie.
Titolo: Echi in tempestaTitolo originale: La tempête des échos
Serie: L'attraversaspecchi vol.4
Autore: Christelle Dabos
Genere: Fantasy
Editore: Edizioni E/O
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TRAMA
Ofelia e Thorn affrontano un universo colmo di allegorie e di realtà interiori profonde, di orizzonti antichi e di sentimenti nuovi, fino a scovare la verità che da sempre è nascosta dietro lo specchio. Crollati gli ultimi muri della diffidenza, Ofelia e Thorn si amano ormai appassionatamente. Tuttavia non possono farlo alla luce del sole: la loro unione deve infatti rimanere nascosta perché possano continuare a indagare di concerto sull'indecifrabile codice di Dio e sulla misteriosa figura dell'Altro, l'essere di cui non si conosce l'aspetto, ma il cui potere devastante continua a far crollare interi pezzi di arche precipitando nel vuoto migliaia di innocenti. Come trovare l'Altro, senza sapere nemmeno com'è fatto? Più uniti che mai, ma impegnati su piste diverse, Ofelia e Thorn approderanno all'osservatorio delle Deviazioni, un istituto avvolto dal segreto più assoluto e gestito da una setta di scienziati mistici in cui, dietro la facciata di una filantropica clinica psichiatrica, si cela un laboratorio dove vengono condotti esperimenti disumani e terrificanti. È lì che si recheranno i due, lì scopriranno le verità che cercano e da lì proveranno a fermare i crolli e a riportare il mondo in equilibrio.
RECENSIONE
«Pure a me piace che siamo non convenzionali» disse dopo essersi schiarito la gola.«Anche un po’ di più».
Per questo ultimo libro della saga L’Attraversaspecchi di Christelle Dabos, mi sono ritagliata un po’ più di tempo rispetto agli altri capitoli, un po’ per rimandare l’inevitabile momento in cui finisci di leggere l’ultima pagina dell’ultimo libro, un po’ perché è sicuramente più complesso dei precedenti.
Echi in tempesta è stato sorprendente (non solo positivamente purtroppo…) sotto molti punti di vista: avevamo lasciato il mondo fantastico della Dabos in balia di una serie di crolli delle arche, apparentemente legate all’Altro, e alla connessione tra Dritto e Rovescio. Thorn e Ofelia si impegneranno per trovare una risposta definitiva ai quesiti su Eulalia Diyoh e l’Altro, in modo da fermare i crolli e riportare una sorta di equilibrio delle arche; ogni indizio lì condurrà all’Osservatorio delle Deviazioni, ovvero un istituto (a mio avviso, abbastanza inquietante) in cui coloro che hanno particolari abilità (chiamate appunto deviazioni) vengono tenuti sotto stretta osservazione, e sottoposti a test ripetuti ogni giorno. Per indagare meglio, Ofelia decide di infiltrarsi come paziente all’interno dell’osservatorio.
All’improvviso gli occhi di Octavio puntarono Ofelia come due fari.«Non andarci».«Non ho intenzione di rimanerci più di …».«Tu non capisci» la interruppe Octavio. «Entrarci è facile, uscirne molto meno. Una volta che entri a far parte del loro programma vieni automaticamente messa sotto curatela. Rinunci a ogni libertà di movimento e al diritto di comunicare con l’esterno, a parte le visite che sono very regolamentate. In poche parole, appartieni a loro».
Così, Ofelia sceglie di sacrificare quel poco di libertà conquistata, in modo da sciogliere il nodo del mistero dall’interno, mentre Thorn le darà una mano e la supporterà al meglio nei momenti più critici. Tutto sarà incentrato sui misteri degli echi, e su come, di fatto, Eulalia ne abbia creato uno con una coscienza, in grado di pensare autonomamente. Ma questo, è anche il vero scopo dell’Osservatorio, che cercherà di sfruttare al massimo le speciali capacità di Ofelia, mentre la nostra protagonista sarà impegnata a remare contro il sistema dello strano istituto, ad arrivare al capo del filo del mistero sugli echi, e a non perdere mai di vista se stessa.
A parte la narrazione, che purtroppo vi renderete presto conto di quanto sia confusionaria, in questo quarto capitolo della saga, troviamo una coppia di protagonisti più affiatata che mai (hip hip urrààà!!); ormai tutte le barriere di indifferenza sono definitivamente crollate, Ofelia e Thorn ormai sono ben consapevoli dei propri sentimenti e di quelli del partner, e hanno raggiunto finalmente un degno livello di intimità.
“Romperemo la scacchiera”«E poi?» Domandò «Dopo che l’avremo rotta?»Ancora non ne avevano mai parlato.«Poi mi consegnerò alla giustizia» rispose Thorn senza la minima esitazione. «Stavolta una vera giustizia, con un tribunale vero e un processo vero. Pagherò il mio debito verso le nostre famiglie e procederò all’annullamento del nostro matrimonio, la cui validità giuridica credo che a questo punto sia piuttosto dubbia».Ofelia aveva sperato in un quadretto del loro futuro leggermente più roseo.«E poi?» insisté.«Poi toccherà a te decidere. Aspetterò che tu mi chieda di sposarti».Ofelia quasi si strozzò con un colpo di tosse. A memoria di Storiografi, sul Polo non c’era mai stata una donna che avesse posato il ginocchio a terra con un anello in mano.«Toccherà a noi, vuoi dire» lo corresse.Una strofa particolarmente oscena sfuggita dalla piazza del villaggio passò fra loro.«Non ho mica detto che accetterò».
Archibald, Renald e Gaela daranno il loro contribuito dall’esterno di Babel, anche se purtroppo sia come personaggi che la loro impresa, sono stati davvero poco approfonditi; il magnifico trio (che io amo profondamente dal secondo libro Gli scomparsi di Chiardiluna), in giro per le Rose dei Venti, sono alla ricerca di Terra d’Arco in cui regna sovrano lo spirito di famiglia Janus (signore dello spazio), che risulta essere, a quanto pare, l’unico in grado di ricordare ciò che accadde prima della frammentazione. Janus aiuterà i nostri protagonisti a fermare l’Altro, insieme al crollo delle arche?
Per quanto riguarda Vittoria, sono presenti alcuni dei suoi POV. È evidente che la figlia di Berenilde e dello spirito di famiglia Faruk sia in grado di viaggiare liberamente tra il Dritto e il Rovescio. Ma a parte questo, anche la sua figura è stata molto poco approfondita, e per questo motivo, i capitoli dal suo punto di vista risultano piazzati li in bella vista, ma di fatto non contribuiscono ad arricchire la trama.
Octavio ed Elizabeth in questo ultimo capitolo avranno un ruolo che, secondo me, è fondamentale, e che mai mi sarei aspettata da due personaggi che nel terzo capitolo La memoria di Babel comparivano esclusivamente come personaggi secondari, alleati di Ofelia e Thorn.
«Nonostante tutti i tuoi poteri non sei stata in grado di localizzare l’Altro. Sai perché?». La falsa Carmen rimase impassibile sulla panchina, ma Ofelia capì di averla contrariata. E si stava accingendo a fare ben peggio, a rischiare ben più delle sue dita.«Io lo so» continuò Ofelia «Non avevi bisogno di travestirti da Thorn per carpirmi l’informazione. Bastava chiedermelo».«Dov’è l’Altro?».Nella domanda c’era molto più che semplice impazienza. Ofelia inspirò un’aria piena di acquerugiola e rispose: «Qui. Sei tu».
La pecca di questo romanzo, purtroppo, è il finale. E mai avrei pensato di scrivere una cosa del genere. Non farò assolutamente nessun tipo di spoiler (spero!!!), ma sappiate solo che si tratta di un finale aperto: ad alcuni può piacere un finale di questo tipo, in cui è possibile immaginare come andrà a finire, ma per quanto mi riguarda, penso che una saga del genere debba avere un finale ben delineato, in cui tutte le domande trovano una risposta. Un seguito da parte della Dabos è fortemente improbabile, e proprio per questo motivo faccio ancora fatica (a distanza di circa un mese dall’uscita) ad accettare la fine descritta dall’autrice. Personaggi così importanti sono difficili da lasciare, soprattutto se non c’è una conclusione vera e propria.
Un’altra grossa delusione è stata il famoso “libricino viola”, L’attraversaspecchi – Dietro le quinte: non è acquistabile singolarmente, ma è possibile riceverlo insieme al quarto libro, fino ad esaurimento scorte. Era stato pubblicizzato come qualcosa di unico, assolutamente da leggere. In realtà si tratta di un piccolo libricino in cui vengono descritti i personaggi (per l’ennesima volta – la stessa descrizione è presente anche all’inizio di Echi in tempesta), una mappa delle Rose dei venti e le loro destinazioni (questo è abbastanza utile per capire come si muove il trio Archibald- Renald-Gaela, ma anche questo è presente nel terzo libro La memoria di Babel) e delle illustrazioni inedite (davvero molto belle, ma si tratta comunque di pochissime pagine) di Laurent Gapaillard (che ha curato le copertine). Insomma, è sicuramente carino da avere per “completare” la serie, ma di fatto non aggiunge assolutamente nulla in più ai quattro libri.
Detto questo, Echi in tempesta vi travolgerà nella sua trama esattamente come i precedenti, e se non avete ancora letto tutta la saga dell’Attraversaspecchi, fatelo assolutamente!!!! Tuttavia, questo ultimo libro è, di fatto, il più deludente di tutti. La trama c’è, ma per capire davvero quello che accade è necessario rileggere la storia una seconda volta. Per ultimo, il finale è assolutamente un NO grande quanto una casa, e anche se rispetto la scelta dell’autrice, purtroppo non la condivido.
Buona lettura!!
Chiuse gli occhi. Respirò. Si svuotò di ogni aspettativa, ogni desiderio, ogni paura.Dimenticò se stessa, come per una lettura. L’ultima.«Perché noi siamo Attraversaspecchi».E si tuffò nel proprio riflesso.
A SPASSO CON...
Ophelia e Thorn
all’Osservatorio delle Deviazioni.
#prodottoacquistato
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