Recensione: Basta un caffè per essere felici – Toshikazu Kawaguchi

Toshikazu Kawaguchi torna con un nuovo romanzo, Basta un caffè per essere felici, dopo l’incredibile successo di Finchè il caffè è caldo. Cosa c’è di meglio di un buon caffè e di lasciarsi sorprendere dalla vita?

Titolo: Basta un caffè per essere felici
Titolo originale: Kono Uso Ga Barenai Uchi Ni
Autore: Toshikazu Kawaguchi
Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Garzanti
Link d'acquisto: Amazon
TRAMA

Accomodati a un tavolino. Gusta il tuo caffè. Lasciati sorprendere dalla vita.  L'aroma dolce del caffè aleggia nell'aria fin dalle prime ore del mattino. Quando lo si avverte, è impossibile non varcare la soglia della caffetteria da cui proviene. Un luogo, in un piccolo paese del Giappone, dove si può essere protagonisti di un'esperienza indimenticabile. Basta entrare, lasciarsi servire e appoggiare le labbra alla tazzina per vivere di nuovo l'esatto istante in cui ci si è trovati a prendere una decisione sbagliata. Per farlo, è importante che ogni avventore stia attento a bere il caffè finché è caldo: una volta che ci si mette comodi, non si può più tornare indietro. È così per Gotaro, che non è mai riuscito ad aprirsi con la ragazza che ha cresciuto come una figlia. Yukio, che per inseguire i suoi sogni non è stato vicino alla madre quando ne aveva più bisogno. Katsuki, che per paura di far soffrire la fidanzata le ha taciuto una dolorosa verità. O Kiyoshi, che non ha detto addio alla moglie come avrebbe voluto. Tutti loro hanno qualcosa in sospeso, ma si rendono presto conto che per ritrovare la felicità non serve cancellare il passato, bensì imparare a perdonare e a perdonarsi. Questo è l'unico modo per guardare al futuro senza rimpianti e dare spazio a un nuovo inizio.

RECENSIONE
Non possiamo mai leggere con certezza nel cuore degli altri. Quando la gente si perde nelle proprie preoccupazioni, rischia di non vedere i sentimenti delle persone più care.
Avete mai provato a prendere una bella tazza di caffè bollente davanti al vostro mucchio di problemi? Io si. La mia valanga di problemi non è sicuramente sparita, ma il caffè caldo è un toccasana. Un piccolo rito che faccio per me stessa. E l’autore, Toshikazu Kawaguchi ci ricorda proprio questo con Basta un caffè per essere felici. Ci racconta di come spesso una tazza di caffè sia tutto cò che serve per tornare bene con se stessi e con chi ci circonda, e che tornare indietro nel tempo non è un’opzione. Dopo l’imprevisto successo di Finchè il caffè è caldo, l’autore torna a parlarci della piccola caffetteria giapponese, in grado di farci tornare indietro nel tempo con una sola tazza di caffè caldo. 
Kaname era scomparsa e al suo posto si era materializzato un signore di una certa età. L’uomo prese il romanzo lasciato sul tavolo e girò la prima pagina. «Posso avere un caffè?» chiese a Kazu. Per un istante lei rimase immobile, lo sguardo rivolto al soffitto. Poi finalmente si girò verso il nuovo arrivato. «Ma certo, adesso glielo preparo», disse correndo in cucina.
Anche in questo seguito troviamo la medesima struttura di Finchè il caffè è caldo: pochi racconti, personaggi differenti, stessa caffetteria, stesso tavolino. La differenza principale è che in questo secondo capitolo viene approfondita anche la figura del fantasma, che occupa il tavolino in cui è possibile sedersi per consumare, indietro nel tempo, un caffè caldo.  Un’altra importante differenza è che nel primo libro le storie erano completamente dislocate tra loro. In Basta un caffè per essere felici, invece, le storie sono maggiormente legate tra loro, e ognuna porta con se un piccolo pezzo di storia sulla caffetteria. La pecca di questa connessione tra le storie è che c’è sempre qualcosa che non viene detto: l’autore ha deciso infatti di lasciarci un po’ sospesi per quanto riguarda la natura del fantasma, spiegando solamente in parte la sua storia, e lasciando sospese moltissime domande.

Senza fare troppi spoiler sulla trama, quello che posso dire è che il fulcro di Basta un caffè per essere felici è sulle relazioni umane e sulla complessità dei legami che spesso trattiamo in modo superficiale e che ci dimentichiamo di considerare e rendere importanti. Un viaggio lungo più vite, riassunto in appena 116 pagine. 
Le stagioni scorrono in un ciclo continuo. Anche la vita attraversa inverni difficili. Ma, dopo ogni inverno, torna sempre la primavera. Qui era appena arrivata. La primavera di Kazu aveva avuto inizio.
Se avete amato Finché il caffè è caldo, con questo romanzo troverete sicuramente qualcosa di simile, ma allo stesso tempo differente, maggiormente intrigante e avvincente, che vi ricorderà l’importanza di dedicare il nostro tempo a coloro che amiamo e che ci amano in ugual misura. 
Assolutamente consigliato! Buona lettura!! 
Dietro a quell’atteggiamento c’era sempre la stessa convinzione: Io non posso essere felice. Per tutta la vita. Ecco cosa si diceva. Dedicava tutta sé stessa alla caffetteria. Non chiedeva altro e non sperava altro. Viveva solo per versare il caffè. Era il suo modo di punirsi per quello che era capitato alla madre.

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