Review Party: Il lord prende moglie - Lisa Berne

Il secondo romanzo della serie Penhallow, scritto da «Una delle più talentuose autrici di regency», così ha detto Julia Quinn, autrice della ormai celebre serie The Bridgerton.

Titolo: Il lord prende moglie
Titolo originale: The Laird Takes a Bride
Serie: Penhallow Series #2
Autore: Lisa Berne
Editore: Sperling & Kupfer 
Genere: Regency
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TRAMA

Dopo aver presenziato a settantuno matrimoni, seppure mai in qualità di sposa, Fiona Douglass ormai ha perso le speranze di trovare l'amore, tanto più che l'uomo di cui è innamorata è convolato a nozze con la sorella minore. Di certo, non crede di trovare un marito in Alasdair Penhallow, il laird — così vengono chiamati i lord in Scozia — del castello di Tadgh, dove, a differenza delle altre pretendenti desiderose di conquistare lo scapolo più ambito in circolazione, la ragazza si reca di malavoglia. Dal canto suo, Alasdair, costretto a sposarsi a causa di un antico decreto, è tutto meno che entusiasta all'idea di concludere i suoi giorni da libertino. Eppure, quando posa gli occhi su Fiona, bellissima, arguta e irriverente, il suo cuore ha un sussulto. Il piano del laird era un matrimonio di convenienza; l'amore e la passione gli faranno cambiare idea?


RECENSIONE

Dopo "27 volte in bianco" - il film con Katherine Heigl nei panni della perfetta damigella d'onore - non pensavo avrei letto qualcosa di simile. Non so se ricordate la pellicola cinematografica in cui la famosa attrice lanciata dalla serie Grey's Anatomy riveste il ruolo di colei che presiede a 27 matrimoni, a volte partecipando a più di un ricevimento nella stessa giornata, e indossando anche il più ridicolo abito da damigella pur di far felice la sposa, per la quale organizza ogni dettaglio del suo giorno più bello.

Se pensavo che Jane Nichols (alias Katherine Heigl) fosse una sfigata senza precedenti, non avevo conosciuto ancora Fiona Douglass, che a differenza dell'attrice americana aveva partecipato a ben settantuno ricevimenti di nozze senza uno straccio di fidanzato e nemmeno un pretendente. Fiona è quel che si definisce oggigiorno l'emblema dell'hashtag #maiunagioia, la zitella anni '60 per antonomasia.

Perduta ogni speranza di mettere quel maledetto anello al dito, soprattutto dopo che l'unico futuro sposo che abbia mai avuto si sia ammogliato con sua sorella minore, Fiona si è rassegnata a vivere con il padre (un uomo dai modi bruschi e poco piacevoli), gettandosi a capofitto nell'occuparsi della tenuta di famiglia, gestione del bestiame compreso.

Quando viene invitata nel castello di Tadgh insieme ad altre e tre papabili e forse consorti del Lord Alasdair Penhallow, oltre ogni sua previsione di trovare marito e obbligata da suo padre, resta basita e soprattutto seccata dalla situazione. Non solo Fiona non crede più nell'amore, ma oltre il danno la beffa di associare la sua persona a quel libertino del lord, che altro non vuole che un matrimonio di convenienza che funga da facciata alle sue ufficiose relazioni multiple e di piacere. 

Fiona e Alasdair sono le imperfette antitesi che insieme suonano perfette, due caratteri apparentemente differenti che in realtà nascondono determinazione e idee progressiste, un lato romantico e un passato non sempre facile e gradevole. Due persone che in poche parole si completano limando le differenze.

"Il lord prende moglie" mi è piaciuto molto più del primo, è come se l'autrice avesse affinato il suo stile narrativo e la trama, arricchendo entrambi di dettagli che fanno predominare il lato più originale della storia e meno gli stereotipi del genere, grazie a personaggi sempre ben strutturati e mai banali, ai numerosi dialoghi al vetriolo di cui si connota la serie dei Penhallow, e all'ambientazione paesaggistica fatta della natura lussureggiante della campagna della Gran Bretagna.






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