Review Party: Disdici tutti i miei impegni - Luca Argentero

Il romanzo d’esordio dell’attore più amato dalle donne italiane, una comedy generazionale, capace di divertire e far riflettere.

Titolo: Disdici tutti i miei impegni
Autore: Luca Argentero
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa contemporanea
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TRAMA

La vita scintillante di Fabio Resti, imprenditore romano che traffica con successo nel business degli eventi aziendali, piomba nell'ombra più anonima quando riceve un'inattesa telefonata da parte della Guardia di Finanza: l'ufficiale Belfiore deve consegnargli una urgente comunicazione giudiziaria che lo riguarda. Causa il possibile inquinamento delle prove, Fabio è costretto a disdire tutti gli impegni e a iniziare l'estate agli arresti domiciliari, a casa dei suoi genitori, in via di Val Tellina, invece che a Formentera o in Salento. È un colpo durissimo, ma anche l'inizio di una piccola, personale rivoluzione. Il confino nell'appartamento dei suoi anni giovanili, l'osservazione dell'amorevole ménage degli arzilli genitori, l'ambiguo fascino di una ragazza che abita nell'appartamento di fronte, le sabbiose lungaggini della giustizia italiana, il diradarsi dei rapporti con colleghi e amici e altri accadimenti e personaggi di contorno trasformeranno la cameretta di Fabio da luogo di detenzione a trampolino verso un futuro diverso dal suo recente passato. Con le disavventure di Fabio Resti, Luca Argentero descrive la sghemba parabola di una generazione che ha inseguito un mito edonistico a colpi di eccessi e di politicamente scorretto. Argentero esordisce in libreria con una storia originale e coinvolgente, che strappa risate e riflessioni, e procede tra dialoghi serrati e brillanti assoli psicologici. Lo fa inventando un personaggio lontano anni luce da sé, dai suoi gusti e dal suo vissuto privato. Ma, come succede nei romanzi ben riusciti, capace di gettare uno sguardo lucido e comprensivo.


RECENSIONE

Ero molto curiosa di leggere questo libro che segna l'esordio di un attore italiano che seguo fin da prima che finisse sul grande schermo, quando pressoché sconosciuto ma dannatamente bello appariva per la prima volta tra i concorrenti del grande fratello. Ho avuto anche il piacere di conoscerlo dal vivo e di fare una lunga chiacchierata, quando un po' di anni venne in Puglia per uno spettacolo teatrale. Luca Argentero è il personaggio famoso che non ti aspetti, quell'uomo semplice e acculturato che ti conquista non solo per il sorriso pazzesco ma anche per i modi gentili e le risposte ironiche ed intelligenti. Ragion per cui, quando ho sentito che Mondadori avrebbe pubblicato il suo romanzo, non ho esitato a leggerlo.

La storia di Fabio Resti, dice lo stesso autore, è quanto di più lontano ci possa essere dalla sua persona. Infatti Fabio, al contrario di Luca, conduce una vita di eccessi, nei rapporti interpersonali quanto nel lavoro, che culmina nei weekend a base di sesso, droga e rock&roll. La sua routine crolla a picco quando viene coinvolto in un'indagine della guardia di finanza che lo mette agli arresti domiciliari in via di Val Tellina, a casa dei suoi. 

In un attimo, si trova imprigionato nella sua vecchia camera a fare i conti con il suo ego ferito e una realtà che non gli appartiene più. Le giornate passano pigre, tra una paturnia e un'altra, tra un ingozzarsi di cibo spazzatura e un ridicolo allenamento fisico, le sigarette in terrazzo e lo zapping sul divano. Poi c'è il risveglio, quello in cui il protagonista fa i conti con il senso di libertà, la sete di giustizia e la vanità umana. E si accorge che la libertà è il più grande dono che abbiamo, troppo spesso invisibile e sottovalutata; che la giustizia dei tribunali pecca di lungaggini, norme contorte e incompetenze; che gli esseri umani sono per lo più egoisti esemplari di amebe che seguono la corrente. 

Nulla è accaduto per caso, e per Fabio Resti la sua reclusione è stata l'occasione per fare i conti con se stesso, con una personalità ingombrante che stava andando alla deriva, ma che grazie alle quattro mura ha dovuto riattivare i neuroni della ragionevolezza e dell'empatia, riappropriandosi del suo io impolverato da materialismo e facili costumi. Le emozioni e il senso di libertà che riesce a sviluppare in via di Val Tellina gli daranno una nuova forgia, dell'uomo che sa perfettamente chi è e dove vuole andare. 

La bellezza di questo esordio letterario la si coglie nel substrato psicologico del protagonista, che si interroga sui punti cardine dell'esistenza, che ne scioglie i nodi che rinasce dalle sue ceneri. Il mito dell'araba fenice si interseca con la disamina sociale delle generazioni consumistiche e con le imbarazzanti epopee giudiziarie, dipingendo un quadro dell'Italia oggi molto fedele alle problematiche più discusse. Il ritmo della narrazione pacato e poco dinamico ben si confà con lo status di angoscia e con il world building ristretto, il crudo realismo su cui l'autore ha posto l'accento ha dettato il passo cadenzato e lento. 

Argentero è molto bravo con le parole, più volta mi sono ritrovata a ricopiare intere frasi, da riutilizzare all'occorrenza come aforismi, le sue riflessioni sono lucide e spassionate come le considerazioni sul GRA, sui teletubbies, sulle domeniche pigre, sui rapporti umani e sull'importanza della libertà che fa da leit motiv a tutto il romanzo. 

Un libro che merita una possibilità, lo dico ai più scettici, spogliatevi delle solite manfrine di scelte editoriali studiate a tavolino, e leggetelo. 





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