Serie TV: Atypical - Netflix


RECENSIONE

Giunto alla soglia dei 18 anni, Sam (Keir Gilchrist), un ragazzo affetto da sindrome dello spettro autistico, sente che è arrivato il momento per lui di trovare l'amore e reclamare la propria indipendenza. Preso di mira dai coetanei perché "strano" e aiutato anche dalla sua terapeuta, Sam intraprende un viaggio divertente ed emozionante alla ricerca di se stesso, portando i membri della sua famiglia - la madre apprensiva Elsa (Jennifer Jason Leigh), il padre comprensivo Doug (Michael Rapaport) e la sorella sconclusionata Casey (Brigette Lundy-Paine) - a fronteggiare i grandi cambiamenti che ne derivano, mentre tutti cercano di rispondere alla domanda fondamentale di cosa significhi davvero essere "normali".

Atypical è una serie televisiva statunitense che ha debuttato ľ11 agosto 2017 in tutti i paesi in cui il servizio on demand Netflix è disponibile. Il 13 settembre 2017 la serie è stata rinnovata per una seconda stagione di dieci episodi, che è stata pubblicata il 7 settembre 2018. Autore del programma Robia Rashid.

Ormai Netflix è sulla bocca di tutti. Pieno di serie tv che conosciamo bene ma, a volte, succede che arrivino in sordina prodotti che non vengono molto pubblicizzati ma che, grazie anche alla mia “malattia” per le serie, riescono a conquistarmi.  Questo è quanto è accaduto con Atypical.

La serie è stata molto criticata da parte di alcuni centri di salute mentale, ma io non sono ďaccordo. Qui non si vuole ridicolizzare il disturbo di Sam. Ľautismo, come viene spiegato dallo stesso show, si apre a numerose forme, e Sam rispecchia la categoria di coloro che hanno un autismo ad alto funzionamento, cioè un QI superiore a 65/70, linguaggio verbale preservato e buone capacità cognitive. Presenta infatti un comportamento adattivo adeguato alla sua età e nessun ritardo significativo nella cura del sé. Incontra però difficoltà nel momento in cui deve dare un nome alle emozioni ed esprimerle in modo socialmente convenzionale, ma mostra comunque una motivazione alla socializzazione, sebbene con modalità eccentriche.

Chiudiamo questa parentesi e passiamo alle mie impressioni.
Tutto quello che mi è venuto in mente guardando questa serie è che avevo davanti una famiglia normale. Una mamma apprensiva e fin troppo ordinaria ma che ad un certo punto vacilla. Un papà che non riesce a stabilire un contatto col figlio autistico ma che, quando lui gli dice che vuole trovarsi una ragazza, si rende conto che ha davanti semplicemente un ragazzo adolescente come tanti altri. Una sorella pronta a far piazza pulita di chiunque provi solo lontanamente a toccare anche verbalmente suo fratello, soprattutto a scuola. E poi c’è Sam, il protagonista indiscusso. A scuola, la sua materia preferita è la biologia ed è ossessionato dall’Antartide e dai pinguini, così tanto che vedremo molto spesso come Sam paragoni la vita degli animali a quella degli esseri umani. Dopo scuola lavora in un negozio di elettronica insieme al suo miglior amico Zahid, un personaggio esuberante e fuori dagli schemi ma che apprezzerete tanto, soprattutto per la sua simpatia. Sam si definisce “strano”, lo dice alla sua analista Julia, la quale gli consiglia di uscire fuori dal guscio e cominciare ad avere approcci con le ragazze. Inizia così la sua avventura alla ricerca di una fidanzata: domande ai familiari e agli amici, ricerche sul web e via discorrendo. 

“Il signor Doro, che era il mio grasso insegnante di biologia in quarta elementare, lui diceva che i pinguini sono simili agli esseri umani. Sì, perché dopo essersi accoppiati restano con lo stesso partner per tutta la vita. Secondo il censimento del 2010, che è il dato più recente che ho potuto acquisire, il 49% dei matrimoni finisce con un divorzio. I pinguini restano insieme tutta la vita, perciò i pinguini non sono come le persone, sono migliori.”



La morale principale di Atypical è evidenziare la linea sottile che separa la normalità dall’anormalità. La malattia di Sam è visibile ma vi posso garantire che non viene descritta clinicamente nel dettaglio, piuttosto la vedremo unicamente come un metodo alternativo ai problemi degli adolescenti. Sam piano piano troverà, a modo suo, la sua indipendenza. Affronterà tante situazioni, a volte rideremo, a volte ci saranno situazioni tristi e commoventi ma vedrete come solo Sam, con i suoi discorsi così veri e senza alcun filtro, riuscirà sempre ad emozionarvi e a lasciarvi col sorriso sulle labbra
Posso solo dirvi che questo sarà un bellissimo viaggio che vi metterà di fronte ad un dilemma: cos’è normale e cosa non lo è? Le sfide della nostra vita alla fine della fiera sono le stesse per tutti? Lo sono indipendentemente dalla propria condizione mentale? Lascio a voi dare l’ardua sentenza… 

#immaginipreseda TV Time




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