Cinema: Bohemian Rapsody

Nove anni. Ecco quanti anni avevo quando Freddie Mercury salì sulla Rolls e andò a Wembley, la mattina del 13 luglio del 1985, per una ventina di minuti di concerto che avrebbero fatto storia.
Da quel lontano 1985, ho iniziato, anche grazie ai miei fratelli più grandi di me, ad amare e apprezzare tutto quello che riguardava questo fenomenale artista che mi ha donato moltissime emozioni e moltissime scosse adrenaliniche. 

Così inizia il film Bohemian Rhapsody, con Freddy girato di schiena davanti al sipario, davanti a quel palco che lo aspettava e che lo proclamerà come miglior performer di tutti i tempi in un concerto, il CONCERTO, quel concerto che darà la fama ai Queen!

Da questa scena, e che scena fatevelo dire, si torna indietro a spiare nel passato grandioso di Freddy.
Si torna alla vita di Farrokh Bulsara - questo il suo vero nome – nato a Zanzibar nel 1946, patito di musica, talentuoso pianista, un ragazzo che aveva parecchi problemi con il padre, ma che al contempo ebbe l'arguzia di non darsi per vinto e di credere, a ragione, molto in se stesso. Questo lo condusse a farsi apprezzare presto come musicista di una band in cui si faceva chiamare Freddy e poco più in là come animale da palcoscenico.

Nel corso del film, si ricostruirà la storia di un gruppo che ha fatto la storia della musica. Ci porteranno a capire la scelta del nome Queen, perché, a detta di loro, suonava "molto regale e superbo, un nome forte, universale e immediato". Ci porteranno a scoprire il significato del celebre logo del gruppo. Ci inoltreranno nella loro lunga carriera, e ci faranno scoprire come sono nate delle hit ormai di culto come "Bohemian Rhapsody", "We Are The Champions", "We Will Rock You" e "Another One Bites The Dust". I Queen e i loro ben 700 concerti in giro per il mondo, il guinness dei primati per la quantità di persone presenti al Morumbi Stadium di Sao Paulo nel 1981.

La vita da etero, si avete capito bene, etero, di Freddy innamorato di Mary con cui sarà legato da un profondo amore che andrà oltre tutto e tutti e durerà per sempre. Il film darà spazio anche alla vita frenetica e a volte manovrata, di Freddy. Ci parleranno delle feste, della droga, della sua omosessualità, degli attriti con i Queen, fino alla scoperta della malattia che Freddy riuscirà a tenere segreta fino a pochi mesi dalla sua morte. Il bello e il brutto, di una vita che ha regalato molto e che ha tolto altrettanto. A dire il vero, questa parte non era proprio così nella vita vera di Freddy. Lui non ha mai avuto attriti con la band, non ha avuto tutti questi problemi, ma si sa che in un film, come in un romanzo, c’è bisogno di un po’ di tragedia per tenere alta l’attenzione delle persone.

Finito il racconto del passato, si ritorna a quella notte fantastica che ho visto su un DVD, ormai consumato, un centinaio di volte. Il concerto che ancora ora, mi fa battere il cuore e mi fa trattenere il respiro.

Tralasciando le incongruenze e gli errori inevitabili nel condensare in 2 ore di film tutto il mondo dei Queen, sono orgogliosa di aver avuto, accanto alla mia poltrona in sala, mia nipote di 16 anni che da quella sera, non fa altro che ascoltare la band e ha scoperto di amare altre band degli anni ottanta.
Scusate se è poco!
Che dire… ho amato questo film!



Gli attori che interpretano i Queen hanno una somiglianza davvero notevole con gli originali. L’attore Rami Malek, reclutato per una missione praticamente impossibile, cioè reincarnare quel “mostro” che era Freddie Mercury, mi ha conquistata! È stato a dir poco maniacale, la sua assomiglianza con il grande cantante era magnifica!
Forse non riesco a separare il valore del film, dalla maestosità della musica dei Queen. Ad ogni modo, le sensazioni, ed il piacere fisico che mi ha provocato, quasi alle lacrime, hanno significano che il film è a dir poco emozionante, girato ottimamente, buone recitazioni, tanto spazio alle canzoni che ho cantato dall’inizio alla fine.

Se devo trovare una pecca, probabilmente si può discutere sul fatto di non aver affrontato per niente gli ultimi anni di vita di Freddie. Ma credo sia stato fatto di proposito, visto che Freddy non ha voluto parlare della sua malattia fino alla fine. Forse non ha trasmesso tutto di Mercury, ma la pellicola cinematografica ci ha comunque regalato una bella biografia, un omaggio alla straordinaria band!

Siamo entrate in sala che eravamo otto persone adulte, orgogliose, con caratteri forti… siamo uscite, sempre in otto, ma emozionatissime, con gli occhi lucidi, la pelle d’oca e con la voglia di andare a casa e riguardare tutti i video del grandissimo Mercury con una grossa tazza di cioccolata in mano, dei fazzoletti vicino, rannicchiati in una coperta e tanta tantissima nostalgia. 


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