Blog Tour: Gala Eluard Dalì - Anna Di Cagno
La biografia di una donna fuori dal comune, la musa dell'artista sui generis, Salvador Dalì.
Titolo: Gala Eluard Dalì. Per interposti uomini
Collana: Femminile singolare
Autore: Anna Di Cagno
Genere: Biografia
Editore: Morellini Editore
Link d'acquisto: IBS
Collana: Femminile singolare
Autore: Anna Di Cagno
Genere: Biografia
Editore: Morellini Editore
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TRAMA
Aprile 1975, Pùbol, Gerona. Gala Éluard Dalì si ritira per una settimana in solitudine nel castello che il suo secondo marito, Salvador Dalì, le ha regalato. Una notte una ragazza bussa alla sua porta: è una giovane studentessa dell'Università di Torino che sta lavorando alla sua tesi di laurea. Si apre così un incontro causale, ma forse necessario per entrambe, che si svolge all'interno di quello che Dalì considerò il suo più grande capolavoro. In ogni stanza si apre uno squarcio sulla vita, incredibile e mitica, della Musa più celebre del surrealismo; una donna che ha segnato un'epoca, e ispirato il poeta e l'artista più famosi del movimento culturale. Un incontro-scontro dal quale entrambe usciranno trasformate: la giovane studentessa troverà finalmente una strada tutta sua, e Gala troverà il modo di realizzare ancora se stessa, questa volta per "interposta donna"
IV TAPPA: ANNA DI CAGNO RACCONTA
Di Gala Eluard Dalì non si conosce molto. Si sa più di suo marito Salvador Dalì, in verità. Per fortuna Anna Di Cagno ci mostra, in questa biografia, cosa e chi ha reso immortale il celebre artista spagnolo.
Lascio ora la parola all'autrice, a cui ho rivolto poche ed efficaci domande sul suo libro.
- "Gala Éluard Dalí. Per interposti uomini". E di uomini ne ha avuti almeno tre: Salvador Dalì, appunto, il poeta Paul Éluard e Max Ernst. Che tipo di rapporto ha avuto con loro?
Di uomini ne ha avuti molti di più, ma questi sono i più celebri. Éluard è stato il primo amore e il primo marito, il loro è stato senza dubbio un rapporto di grande tenerezza, tra due ragazzi che si avviavano a conquistare la scena culturale della Parigi degli Anni Venti, ma anche molto passionale e carnale.
“Ti sogno nuda con i guanti rossi” le scrive il poeta, in una poesia allegata a una delle sue tante lettere d’amore… Max Ernst è stato l’amante ufficiale, un amico comune con il quale, in pieno spirito surrealista, hanno vissuto un ménage a trois al quale, però, Eluard alla fine non ha retto ed è fuggito in Indocina. Salvador Dalì è stato il secondo e ultimo marito, un uomo al quale ha dedicato la sua vita, avendone in cambio amore eterno e splendide tele che la rattraggono. Per lui Gala era la donna che l’aveva salvato “con la forza incontenibile del suo amore”.
- "La cosa essenziale è per me l'amore. È l'asse della mia vitalità e del mio cervello, la molla che mi slancia in avanti con elasticità e agilità, con più chiarezza e precisione in tutti i movimenti dei miei sensi, dei miei impulsi, delle mie conoscenze." Un'affermazione forte di Gala. Che connessione ha avuto con l'amore?
Gala ha lasciato molto poco di sé, non ha scritto, se non pochi appunti che sono stati ritrovati dopo la sua morte e non ha mai dipinto o cercato di lasciare un segno della sua personalità. Ha preferito affidarla agli uomini che l’hanno amata e immortalata nella loro arte. Indubbiamente l’amore è stato l’asse portante della sua vita, ma credo che questo sentimento avesse per lei una valenza diversa da quello che noi consideriamo amore. Era fortemente connesso con il talento, e a vedere cosa è riuscita a tirare fuori dai suoi uomini possiamo comunque credere che fosse forte, intenso e prezioso.
- Gala Éluard Dalì si ritira per una settimana in solitudine nel castello che il suo secondo marito, Salvador Dalì, le ha regalato. Una notte una ragazza bussa alla sua porta: è una giovane studentessa dell’Università di Torino che sta lavorando alla sua tesi di laurea. È questo il punto focale del romanzo. Cosa possiamo dire di quella ragazza?
Nel romanzo Nicoletta è una giovane donna alle prese con una vita ordinaria ma non per questo facile. È una di noi e si trova al cospetto di una regina folle. È una sorte di Alice nel paese delle meraviglie che deve fare i conti con sé stessa e con il mondo attorno che cerca di piegarla a qualcosa che non riconosce come suo. Ha un padre borghese e un fidanzato rivoluzionario, entrambi sanno cosa è giusto per lei, ma solo dall’incontro-scontro con la regina folle e spietata troverà una sua strada.
- l castello di Pùbol diventa protagonista, parte integrante della biografia che hai scritto. Che messaggio trasmette quel castello?
È un luogo visionario, popolato di animali fantastici e oggetti d’arte folli e geniali. È lo specchio dell’anima di Salvador Dalì, della sua idea dell’arte e della vita. Ma soprattutto è un tributo alla donna follemente amata per tutta la vita. Dopo la morte di Gala, Dalì si è ritirato a Pùbol e, in un certo senso, ha smesso di vivere, in attesa di ricongiungersi a lei.
- "Chi sceglie l'arte non possiede più nulla" è una frase che ho trovato nel libro e mi è rimasta impressa. Potresti spiegare meglio?
Gala è una donna che ha avuto la fortuna di vivere tra alcuni dei più grandi artisti del Novecento e ha potuto vedere da vicino che cosa significa essere posseduti dal proprio talento. Quando non puoi fare altro che dipingere o scrivere, diventi “schiavo”, spesso vittima delle tue stesse doti. Gli altri possono acquistarle e possederle, tu puoi solo fare quell’unica cosa che ti è necessaria come l’aria.
Io posso (magari!) possedere un Picasso, Picasso può solo trascorrere i suoi giorni nel suo studio e dipingere. Quello che dipinge non gli appartiene più, è per me, per noi, per quelli che verranno.
- E ora una domanda per te, Anna: tu da sempre ti occupi di donne, costume, cultura e attualità. L'avvento dei social dove ci porterà secondo te?
Ci porterà dove ognuno di noi vorrà andare. Finora a me ha portato indietro amici che avevo perso di vista e bellissime occasioni di incontro/confronto lavorative, come appunto questa.
Parafrasando Gala mi viene da dire che “non bisogna lasciare che il mondo (quindi i social) ti assegni un posto, altrimenti sei solo una toppa che copre un buco.” Come consiglia a Nicoletta, dobbiamo essere noi il buco e la toppa e quindi piegarli alla nostra identità e a necessità belle, importanti, preziose anche per gli altri. Ma la necessità non può essere un nuovo filtro che ci faccia apparire più belle e giovani e magre e truccate, la necessità è mettere in circolazione buone idee e cose belle, come i libri.
Grazie ad Anna Di Cagno per questa bella intervista e per il suo tempo.
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