Recensione: Controra - Katia Ricci
Ispirata alla vera storia d'amore fra i suoi genitori, l'autrice racconta la realtà maschilista in cui è crescita, ma anche il percorso evolutivo di femminismo e la riconciliazione dei generi che ne è seguita.
Titolo: Controra
Autore: Katia Ricci
Editore: Les Flaneurs Edizioni
Editore: Les Flaneurs Edizioni
TRAMA
Pasqualino è un uomo del Novecento, tradizionalista ma irrequieto, il rampollo ambizioso di una famiglia di proprietari terrieri garganici. Mentre va alla ricerca del "Barolo del sud" incontra Anna, fresca e bellissima. Se ne innamora al primo sguardo e decide di sposarla nonostante l'aspra opposizione dei genitori, restii ad accogliere una nuora forestiera e sprovvista di dote. Sembrerebbe la trama di un romanzo, invece è l'incipit della storia di vita di suo padre che Katia Ricci ricostruisce in questo scorrevole testo al confine fra narrativa e non fiction. L'autrice ci guida nel mondo agropastorale concedendoci il privilegio di conoscerlo dall'interno, intimamente, attraverso confidenze tramandate di generazione in generazione, fotografie sfuggite per un soffio ai rigattieri, lettere e cartoline segnate dalle stimmate del tempo. E allo stesso tempo ci offre il racconto di una riconciliazione familiare, di un percorso di crescita interiore e di ricerca della libertà femminile.
RECENSIONE
La Controra è stato il mio incubo da piccola, quel momento in cui d'estate mi veniva impedito di uscire di casa. E per me tenera ed irrequieta era davvero una tortura stare chiusa fra quattro mura, nonostante mi si minacciava che se avessi disobbedito gli "scorciacitoli" mi avrebbero mangiato. Quei mostri abbominevoli nessuno li ha mai visti in faccia, nemmeno io che affrontai spavalda la controra per incontrarli.
Tutt'oggi, la controra in Puglia funge da deterrente per i bambini che vogliono giocare per strada e per gli adulti che si riposano dopo una giornata intensa di lavoro. Ed è esattamente il momento in cui, dopo pranzo, la calura estiva raggiunge l'apice, quell'ora fra le le due e le quattro del pomeriggio - ora legale - in cui se apri la porta di casa le temperature torride ti aspettano come un parrucchiere con due phon in mano.
"La controra" di Katia Ricci è solo un titolo pretestuoso per raccontare un microcosmo fatto di abitudini e tradizioni popolari, di famiglie patriarcali e di donne, sempre più mogli e madri sottomesse al volere del loro sposo. Una realtà contadina che all'epoca rappresentava il consueto, fuori dal quale si era mal visti e non compresi.
L'autrice mette nero su bianco la storia dei suoi genitori, per il bisogno viscerale di mettere in ordine le sue radici e per riconciliarsi con una realtà troppo distante dalle sue idee femministe. Costretta dunque a sgomberare la casa dei suoi genitori a Rignano Garganico dopo la loro morte, ritrova tutto ciò che li era appartenuto fra cui oggetti vari, lettere, foto, e atti notarili. E come si fa con i puzzle, cerca di mettere ogni tessera al suo posto per darle la giusta collocazione spazio temporale. E così facendo riesce finalmente a comprendere le dinamiche interpersonali di allora: da una parte gli uomini dediti al lavoro, alle abitudini - e alcuni pure ai vizi - e a piegare le donne al loro volere; dall'altra parte quest'ultime, che nonostante tutto riuscivano a coalizzarsi e a volte anche a prendere decisioni facendole passare per volere dei loro mariti.
Un'intelligenza sottile quella delle donne dell'epoca e un grado di sopportazione che noi oggi possiamo solo sognarcela. Uno status quo da cui si è partiti, sottolinea la Ricci, per arrivare alla libertà femminile attuale.
Un libro che ritrae la realtà di un tempo passato che fa parte della nostra memoria storica, corredato da foto antiche e da lettere alcune delle quali risalenti all'Ottocento. Una storia intensa e densa di particolari, una testimonianza vivida che diventa anche momento di riconciliazione con le figure genitoriali.
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