Una ragazza, i suoi sogni, le sue paure, i suoi affetti, la sua vita dai mille colori. Un eccellente libro per ragazzi che offre molti spunti di riflessione.
Titolo: La mia estate indaco
Autore: Marco Magnone
Genere: Narrativa ragazzi
Editore: Mondadori
Link d'acquisto: Amazon
Autore: Marco Magnone
Genere: Narrativa ragazzi
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TRAMA
Viola ha quattordici anni e custodisce un segreto legato al giorno peggiore della sua vita, che lei chiama il Giorno in Cui Ho Toccato Il Fondo. Finora ha sempre passato le vacanze in montagna, in roulotte con i suoi adorati nonni e in compagnia della sua migliore amica. Quest'anno però il nonno è in ospedale e Viola si è appena trasferita con i genitori in una città di provincia dove non conosce nessuno e la vita è grigia anche in pieno agosto. Si preannuncia un'estate da dimenticare, ma un pomeriggio tutto cambia, quando Viola si imbatte in un gruppo di ragazzi e ragazze che giocano a pallavolo e che potrebbero diventare i suoi nuovi amici. Tra loro c'è l'indecifrabile e magnetico Indaco, che sembra nascondere molti misteri e ben presto spinge Viola a sfidare le regole, costringendola a superare le sue più grandi paure. Età di lettura: da 10 anni.
I TAPPA: VIOLA TRA MONTAGNA E CITTÀ
Viola è una ragazzina curiosa, intelligente con la giusta dose di insicurezze degli adolescenti ma anche una certa voglia di mettersi in gioco nonostante "il Giorno in Cui Ho Toccato Il Fondo".
Viola è però anche la ragazzina che ha bisogno delle sue sicurezze e Torino - la sua ex città - e un campeggio tra le montagne della Valle D'Aosta le rappresentano, almeno all'inizio.
Torino, la città in cui è nata e cresciuta, in cui ha mosso i primi passi ed è cresciuta insieme alla sua famiglia, nonni e zii compresi. Le mancherà la sua camera con le mensole dense di peluche, Ercole il vicino di casa che in vestaglia si affacciava sul ballatoio per fumare, il cinema, la squadra di pallavolo, la pizzeria da Enzo. In fondo Viola è una sentimentale, un cuore aperto che abbraccia tutto e tutti, e fotografa il mondo con i suoi occhi che percepiscono anche le più impercettibili delle sfumature. Come il grigio delle lamiere dei capannoni lungo l'autostrada e il giallo spento dei campi secchi, e il bianco sporco di una discarica che le dà il benvenuto all'ingresso della città della Mole.
La città riprende colore dinanzi casa degli zii, un appartamento sito nel comprensorio di grosse palazzine dalle tinte pastello che sembrano dei grossi evidenziatori. Ma ridiventa tetro all'interno, quando Viola incontra il nonno, un uomo sbiadito dal tempo, con gli occhi persi come se fosse su un altro pianeta. Lo stesso che incorniciava di arcobaleno e di allegria una vecchia roulotte grigia tra i verdi monti delle estati in Valle D'Aosta. Lo stesso che le insegnava la vita su una vecchia sdraio tra il verde ridente e la calura estiva. Lo stesso con cui esplorava i boschi e inondava la sua vita di fresca acqua di colonia e perle di saggezza. Sempre quello che l'aveva insegnato a difendersi da Charlie, l'amica dell'estate, delle corse tra la foresta, delle nuotate e dei piedi a mollo nel lago, delle scorribande nel campeggio. Le migliori estati della sua vita.
Almeno fino a quando non si trasferisce in una cittadina di provincia, non molto distante da Torino. E' li che trascorrerà la sua estate. Tutto le sembra nero, oscuro, piatto fino a quando non si imbatte in un gruppo di ragazzi in un parco che la invitano a giocare a pallavolo. Viola fa nuove amicizie, perde la cognizione del tempo e si rende conto che anche se non è nel su vecchio quartiere, ci sono ragazzi che come lei vogliono divertirsi, che giocano a pallavolo, che la invitano a fare gruppo. E la sua cittadina di provincia inizia ad assumere nuances più vivaci, come i colori di un grosso murales alle sue spalle.
Ma a farle sbattere gli occhi è un ragazzo con un grosso casco da astronauta e una tuta gonfia, pare galleggi venendole incontro. Il suo casco nero, la sua andatura sicura, i suoi occhi profondi e neri e una grossa balena che rappresenta un mondo segreto. E' lui la sua estate INDACO, indaco come il suo nome, indaco come l'inteso delle sue sfaccettature. Indaco come la notte senza luna che rischiara i dolci declivi tra le curve e le cascine e i fuochi di San'Elena. Indaco come l'acqua che non le fa più paura.
Viola tra montagna e città è una ragazzina che vive assecondando le curve della strada, le scarpinate in cima, le scorribande sullo scooter di Indaco, le uscite col gruppo, i tuffi nel suo habitat naturale: l'acqua. Viola tra montagna e città è un mondo pieno di colori: il verde dei boschi, i toni variopinti dei murales, gli evidenziatori delle palazzine dove vive suo zio, il grigiore di suo nonno, il nero degli occhi del suo ragazzo, l'arancione dei suoi occhialetti, il blu del cloro. Viola tra montagna e città è sapore di scoperta, odore di novità, sensazione di crescita e rinascita, sentore di libertà.
Viola e la sua estate Indaco si pone esattamente a metà fra il Viola del suo essere e il Blu della sua più grande passione e paura: nuotare.
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