L'ultimo comedy-romance dell'autrice italiana più apprezzata del momento. Un giusto mix (q.b.) di umorismo da commedia e adrenalina da spy story.
Titolo: Prima regola: non innamorarsi
Autore: Felicia Kingsley
Editore: Newton Compton
Editore: Newton Compton
TRAMA
Silvye ha ventisette anni, una madre asfissiante e sogna solo una vita normale, con un lavoro normale. Ma la verità è che la sua vita è tutto meno che normale perché… è una truffatrice. Sì, una truffatrice, figlia di una truffatrice che l’ha istruita alla perfezione nell’arte del furto e dell’inganno. Ci sono solo due cose che Silvye non deve fare: mangiare carboidrati e innamorarsi. A lei, le regole proprio non piacciono: ok vivere senza innamorarsi, ma non senza carboidrati!
C’è invece una persona a cui le regole piacciono moltissimo: Nick Montecristo, affascinante ladro-gentiluomo e astuto genio dell’arte. È un abile stratega, impermeabile ai sentimenti, e non ha mai fallito un solo incarico.
Nick e Silvye sono i prescelti da un ricco ed eccentrico collezionista, per mettere a segno un colpo sensazionale. Peccato che i due si detestino e abbiano qualche conto in sospeso da regolare. Lei è fuoco, lui è ghiaccio. Impensabile lavorare insieme, impossibile dire di no al colpo. Riusciranno Nick e Silvye a passare da rivali a complici, ed evitare che una fastidiosa quanto imprevista attrazione tra loro complichi le cose? Ma sì, in fondo sono due professionisti, basterà rispettare una sola regola…
RECENSIONE
Prima regola: non fidarsi di un ladro. No, pardon, NON INNAMORARSI.
Un monito da seguire, ma proprio in virtù del divieto intrinseco – che provoca l’effetto contrario – innamorarsi diventa inevitabile. Specie quando una “giovane attraente donna incasinata” incontra “occhi blu, ombra di barba, capelli scuri mossi, sorriso mordace e completo di alta sartoria”.
Come fanno due così a non lasciarsi trasportare dai sentimenti e dal fuoco della passione?
Nick vive a Montecarlo all’Hotel Hermitage, ama il lusso e il “café au lait servito nella tazza di porcellana di Meissen”.
Sylve vive a Londra con sua madre Amélie, adora la pizza unta ma preferirebbe stare su “un eremo dove vivere in pigiama, con i pantaloni infilati dentro i calzini”.
Nick ha una memoria di ferro e una cultura artistica senza precedenti, Sylve è una poliglotta.
Su commissione di un collezionista esigente e danaroso, metteranno in atto uno dei più grossi colpi della storia scorrazzando per una serie di città d’arte che fungono da arteria a tappe obbligate per la reunion di elementi indiziari.
Felicia Kingsley mi ha lasciato senza fiato, stare alle calcagna dei suoi protagonisti non è mica stato semplice, non ho avuto nemmeno il tempo di ingurgitare carboidrati! Scherzi a parte, mi ha piacevolmente sorpresa, il che sottolinea – e Felicia lo sa – che è riuscita in una impresa assai ardua.
Passare dalla commedia romantica alla spy story con un pizzico di romanticismo non è cosa da tutti i giorni, specialmente far risultare credibile una vicenda assai ingarbugliata e piena di riferimenti storico-artistici. A suo vantaggio sicuramente le competenze culturali, a suo favore la capacità di cucire ad hoc un intreccio tra le pieghe delle incertezze storiche e miti leggendari. A supporto di tutto ciò i riferimenti alla filmografia internazionale, parte dei quali ne fa menzione nei ringraziamenti. Io ne ho individuati molti di più in realtà, ma shhh... non diciamolo.
Ne viene fuori un romanzo spettacolare, che mi piacerebbe vedere sullo schermo, non lo nego. La scenografia completa già c’è del resto.
Lettori appassionati di Felicia, non preoccupatevi: lo stile ironico, la storia d’amore, i colpi di scena e i dialoghi al vetriolo ci sono tutti. La Kingsley, per fortuna, non ci ha privati dei suoi punti di forza che altro non sono che i nostri indici di gradimento.
Cosa state aspettando?!? Di corsa, e con i carboidrati in tasca andate in libreria e ricordate la prima regola del lettore: comprate e leggete il libro!
Un monito da seguire, ma proprio in virtù del divieto intrinseco – che provoca l’effetto contrario – innamorarsi diventa inevitabile. Specie quando una “giovane attraente donna incasinata” incontra “occhi blu, ombra di barba, capelli scuri mossi, sorriso mordace e completo di alta sartoria”.
Come fanno due così a non lasciarsi trasportare dai sentimenti e dal fuoco della passione?
Posso chiederti una cosa?Dipende da cosa vuoi chiedermiCosa credi che sarebbe successo se, quella sera, a Londra, io e te non fossimo stati La Gazza Ladra e Nick Montecristo?Vuoi saperlo davvero?Si.Che ci sono domande che devono restare senza risposta, e questa è una di quelle.Nick e Sylve, meglio noti nell’ambiente come Il Chirurgo e La Gazza Ladra, sono due ladri di professione o, come Nick preferisce denominarsi, due “consulenti” al limite della legalità. Nick è acuto, metodico, accademico, pianifica tutto nei minimi dettagli, e attinge dal suo “pozzo di scienza” per portare a termine e con successo il suo lavoro. Sylve, al contrario, è una che ama improvvisare, sorprendere, ed è sbadata e pasticciona: usa cerotti di hello kitty, detesta tacchi alti e perizoma (che indossa solo quando il fine giustifica i mezzi), ha un rapporto simbiotico con i carboidrati.
Nick vive a Montecarlo all’Hotel Hermitage, ama il lusso e il “café au lait servito nella tazza di porcellana di Meissen”.
Sylve vive a Londra con sua madre Amélie, adora la pizza unta ma preferirebbe stare su “un eremo dove vivere in pigiama, con i pantaloni infilati dentro i calzini”.
Nick ha una memoria di ferro e una cultura artistica senza precedenti, Sylve è una poliglotta.
Su commissione di un collezionista esigente e danaroso, metteranno in atto uno dei più grossi colpi della storia scorrazzando per una serie di città d’arte che fungono da arteria a tappe obbligate per la reunion di elementi indiziari.
I veneziani dicono che la scritta sulla facciata GENIUS URBIS JOANNES DARIO, in realtà sia l’anagramma della frase SUB RUINA INSIDIOSA GENERO. “Sotto questo tetto creo insidiosa rovina”Tra anagrammi, enigmi, storia dell’arte e leggende varie, Nick e Sylve si destreggeranno lesti e vispi in una emozionante avventura nonostante i pericoli, le insidie, il fiato corto per le corse e i baci di copertura, violando l’unica regola che non andrebbe mai violata: Fidarsi.
Felicia Kingsley mi ha lasciato senza fiato, stare alle calcagna dei suoi protagonisti non è mica stato semplice, non ho avuto nemmeno il tempo di ingurgitare carboidrati! Scherzi a parte, mi ha piacevolmente sorpresa, il che sottolinea – e Felicia lo sa – che è riuscita in una impresa assai ardua.
Passare dalla commedia romantica alla spy story con un pizzico di romanticismo non è cosa da tutti i giorni, specialmente far risultare credibile una vicenda assai ingarbugliata e piena di riferimenti storico-artistici. A suo vantaggio sicuramente le competenze culturali, a suo favore la capacità di cucire ad hoc un intreccio tra le pieghe delle incertezze storiche e miti leggendari. A supporto di tutto ciò i riferimenti alla filmografia internazionale, parte dei quali ne fa menzione nei ringraziamenti. Io ne ho individuati molti di più in realtà, ma shhh... non diciamolo.
Ne viene fuori un romanzo spettacolare, che mi piacerebbe vedere sullo schermo, non lo nego. La scenografia completa già c’è del resto.
Lettori appassionati di Felicia, non preoccupatevi: lo stile ironico, la storia d’amore, i colpi di scena e i dialoghi al vetriolo ci sono tutti. La Kingsley, per fortuna, non ci ha privati dei suoi punti di forza che altro non sono che i nostri indici di gradimento.
Cosa state aspettando?!? Di corsa, e con i carboidrati in tasca andate in libreria e ricordate la prima regola del lettore: comprate e leggete il libro!
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