Review Party: Poirot. Tutti i racconti - Agatha Christie

In occasione del centenario della nascita di Hercule Poirot, Mondadori pubblica tutti i racconti pubblicati più qualche inedito del più famoso investigatore di tutti i tempi. 

Titolo: Poirot. Tutti i racconti
Titolo originale: Poirot
Autore: Agatha Christie
Editore: Mondadori
Genere: Giallo
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TRAMA

Tutte le avvincenti indagini di Hercule Poirot, il piccolo detective belga dalle infallibili "celluline grigie", nato dalla fantasia di Agatha Christie sono qui raccolte in un unico volume nel quale la vocazione narrativa della Regina del Giallo si esprime al suo meglio: storie che coinvolgono il pubblico in un raffinatissimo gioco di intelligenza accompagnate da raffinate illustrazioni d'epoca in bianco e nero.


RECENSIONE

E' cosa abbastanza nota, fra gli appassionati del giallo e soprattutto della regina del genere, Agatha Christie, che Hercule Poirot è frutto di una scommessa fra Agatha e sua sorella maggiore Margaret Miller, la quale la sfidò a scrivere un racconto poliziesco, di quelli che trovava nelle riviste di settore e che divorava, tra una pausa e un'altra, mentre faceva la volontaria infermiera durante la prima guerra mondiale. E si sa anche che Poirot, pur avendo ingrassato le tasche della sua creatrice, non era ben visto; spesso infatti la Christie minacciava di ucciderlo, ma l'investigatore con la sua placida flemma le rispondeva che sarebbe stato impossibile, visto la sua intelligenza. 

Eccoci qua, dopo un secolo, ancora a parlare di lui, di quell'elegante belga coi baffi dalla bassa statura e testa a uovo. Un uomo dalle grandi capacità intellettive, l'unico in grado di risolvere casi da mission impossible. 
Aveva sentito parlare di Monsieur Hercule Poirot, il celebre investigatore, ma era la prima volta che lo vedeva in carne e ossa. L'aspetto comico, quasi ridicolo, che egli offriva non confermava il concetto che aveva di lui. Come poteva quel buffo ometto, con la testa a uovo e gli enormi baffi, compiere veramente le imprese meravigliose che gli venivano attribuite? Ciò che stava facendo in quel momento le pareva particolarmente infantile. Stava disponendo dei blocchetti di legno colorato l'uno sull'altro e sembrava molto più interessato al risultato di quell'attività che non alla storia che lei gli stava raccontando. 
Poirot è un uomo molto preciso, pignolo fino al midollo, detesta il disordine tant'è che in casa sua tiene tutto secondo un ordine simmetrico. E' maniaco della pulizia, metodico, intransigente, diffidente con tutti - fatta eccezione di sua madre - crede fermamente nella giustizia. Ha un abbigliamento curato seppur eccentrico nello stile (come dimenticare l'immancabile farfallino e il triste cappotto di cammello con sciarpone d'inverno!). Tra le sue costanti, il buon cibo, il thè nero, le tisane e gli sciroppi, mentre andora fare colazione con brioche e cioccolata calda. Adora inoltre il lusso - infatti preferisce alloggiare sempre all'Hotel Ritz - , viaggia con il treno e adora costruire castelli di carte. Parla francese ed inglese correntemente, ha una intelligenza brillante al punto da essere arrogante e spocchioso, ma bisogna riconoscere che ha sempre ragione, che le sue intuizioni si rivelano sempre esatte. 

Anche se è arrogante e presuntuoso, tuttavia l'investigatore dalle origini belga è un uomo molto umano, tant'è che il suo metodo d'indagine è di matrice psicologica. Mi spiego meglio: Poirot non colleziona indizi per risolvere un misfatto o trovare un colpevole come faceva Sherlock Holmes, no lui si focalizza sugli aspetti psicologici del caso, analizzando la natura umana. 
Qualche istante fa il direttore è uscito frettolosamente dal proprio ufficio ed è corso di sopra. Sembrava molto agitato. Il giovane cameriere sta chiacchierando animatamente con uno dei lift. Il campanello dell’ascensore è squillato tre volte, ma lui non ci ha fatto caso. Inoltre persino i camerieri sono distraits, e per distrarre un cameriere…» Poirot scosse il capo con aria decisa. «Dev’essere successo qualcosa di veramente importante. Ah, proprio come pensavo! Ecco la polizia!»
L'indagine di Poirot si divide in queste fasi: una fase iniziale in cui gli balza alla mente l'idea, una sensazione più che altro, sensazione per la quale mette in moto la macchina dell'indagine. Poi mette in atto il sotterfugio per accelerare la tempistica, ed infine la risoluzione dei casi. 

E a proposito dei casi, non mi metterò ad analizzare tutti i casi risolti contenuti nei racconti, la bellezza risiede nel leggerli, ma vi posso senz'altro dire che in un epoca in cui è tutto digitalizzato, il linguaggio colloquiale e informale, se da un lato suscita un attimo di smarrimento la formalità e la classicità di Poiret, dall'altro le stesse cose generano nel lettore una profonda ammirazione e una sana invidia per la mente geniale di Poirot. 

Personalmente, ho sempre stimato la sua intelligenza, ma come la sua creatrice per niente il suo essere spocchioso, a volte quell'arroganza è perfino fastidiosa. Ma se dopo 100 anni stiamo ancora qui a parlarne vuol dire che Poirot ha vinto su tutti i fronti. 
Sì, ci sono stati momenti in cui io non ho per nulla amato Poirot o in cui mi sono ribellata profondamente al fatto di essergli soggiogata a vita (di solito in uno di questi momenti ricevo una lettera di un fan che scrive: "So che adori tanto il tuo piccolo detective, si capisce dal modo in cui scrivi di lui"). Ma adesso lo devo confessare, Hercule Poirot ha vinto. Provo per lui un affetto riluttante. È diventato più umano, meno irritante. A dispetto della sua vanità, spesso sceglie di farsi da parte e lasciare che il dramma principale si sviluppi. 

A SPASSO CON...
Poirot


per le strade di Londra


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