Review Party: La madre scomparsa - Emily Gunnis

Con l'esordio La figlia del peccato, Emily Gunnis ha raggiunto le vette delle classifiche in Inghilterra, dove ha venduto più di 300.000 copie. In patria, il suo secondo romanzo è atteso con entusiasmo da migliaia di lettori, impazienti di restare ancora una volta con il fiato sospeso. Perché Emily Gunnis riesce a sorprenderci a ogni pagina. Nella Madre scomparsa ci mostra come i segreti hanno una storia lunga, con radici che si snodano per generazioni. Ma ci insegna anche quanto siano fragili, se si ha il coraggio di affrontarli.

Titolo: La madre scomparsa
Titolo originale: The Missing Daughter
Autore: Emily Gunnis
Editore: Garzanti 
Genere: Narrativa 
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TRAMA

Inghilterra, 1960. Rebecca Waterhouse ha solo tredici anni quando viene portata alla centrale di polizia. Mentre un detective la interroga, lei, in silenzio, stropiccia con le mani la vestaglia infangata e ripercorre quella terribile notte. Nella sua testa sente ancora l'eco delle grida del padre e nelle narici l'odore acre della polvere da sparo. Si ripromette di non parlare mai più del giorno in cui la sua vita è cambiata. Inghilterra, oggi. Quando Jessie Waterhouse scompare insieme alla figlia neonata, la sorella Iris salta sul primo treno per tornare nella tenuta di Seaview Cottage, dove è cresciuta. Sono passati anni dall'ultima volta. Lì, il tempo sembra non essere mai trascorso: è come se la vecchia casa in pietra fosse rimasta intrappolata nella nebbia. O forse è Iris che non riesce a perdonare la madre Rebecca, che si è sempre dimostrata fredda e scostante con lei e Jessie. Ma per scoprire quello che è accaduto alla sorella e alla nipote è disposta persino a condividere lo stesso tetto con l'anziana donna. Quello che ancora non sa è che dietro la loro scomparsa potrebbe celarsi un segreto che Rebecca custodisce da anni. Perché il passato è una fragile ragnatela di ricordi e di azioni che si ripetono di generazione in generazione. Una trappola che si può evitare solo trovando il coraggio di parlare. Perché i segreti hanno potere solo quando non hanno voce. 


RECENSIONE

Sfaccettato ed evocativo, "La madre scomparsa", con i suoi frequenti flash back, ci conduce avanti ed indietro nel tempo, mentre ad ogni pagina, che scorre fra le nostre dita, impariamo a conoscere le protagoniste, donne rigorosamente enigmatiche che si avvicendano in questa storia di segreti, bugie e maternità. 

Scritto in modo mirabile, "La madre scomparsa" dipana man mano, come una coltre di nebbia, una serie di eventi drammatici che hanno cambiato per sempre il corso e lo sviluppo delle dinamiche famigliari dei Waterhouse, un parentado frantumato in modo irreparabile, i cui peccati del passato si sono protesi in avanti a comprometterne il futuro, a volte con brutte conseguenze. 

Il libro si apre con la scena dell'interrogazione della polizia a Rebecca Waterhouse, per la morte dei suoi genitori. Lei è sulla scena del delitto - a Seaview Cottage, la casa di famiglia - con le mani sporche di sangue e non ha la più pallida idea di come sia successo. Rebecca è devastata per la morte di sua madre, ma non per la dipartita di sua padre, verso cui prova invece un senso di sollievo, perché suo padre non era altro che un bruto, un uomo che governava la casa col pugno di ferro.  

Era il 1960. Ci ritroviamo poi nel 2016 e Jessie e sua figlia sono scomparse. Iris, la sorella di Jessie è disperata per tutto ciò, deve assolutamente ritrovare Jessie e per farlo deve tornare nella residenza di famiglia. Così Iris prende il primo treno per Seaview Cottage, il luogo in cui è cresciuta, disposta persino a dividere gli stessi metri quadri con la madre anziana, Rebecca, la donna che non si è mai presa troppa cura di lei e della sorella. 

Scoprirà a malincuore che la scomparsa della sorella è strettamente connessa con i segreti di famiglia che per troppo tempo sono rimasti nascosti e silenziosi, e farà di tutto per dare loro voce e definizione.

Dopo il successo de "La figlia del peccato", avevo aspettative molto alte per questo secondo libro di Emily Gunnis, e devo dire che non sono state disattese, ove si considera l'escalation emotivo e ritmico man mano che le storie dei singoli personaggi prendono forma e, in modo avvincente, si ricompongono in una chiara figura che evidenzia l'importanza del dialogo, che una singola parola non detta può cambiare le sorti di un'intera esistenza e, al contrario, le parole che fuoriescono limpide e cristalline sono in grado di sistemare ogni tessera del puzzle. 

Ho apprezzato il modo in cui l'autrice ha ingarbugliato i fili del romanzo, e ancor più mi ha colpito come ha disseminato indizi qua e là fin dalla prima pagina, seppur talvolta ha creato un po' di confusione. E mi è piaciuto anche scoprire per caso che questo romanzo nasce da un'immagine, dallo scatto di un manicomio che l'autrice ha visto. Ha poi visitato quel luogo e ciò che ha osservato e sentito lì ha fornito molti spunti di riflessione per intrecciarne la trama del libro. Insomma una semplice fotografia ha dato vita a una storia così incredibile piena di momenti sbalorditivi, molte sorprese e colpi di scena e, naturalmente, quella svolta narrativa strabiliante di cui non ci si accorge se non all'epilogo. Ed io amo lasciarmi sorprendere dagli scrittori. 

"La madre scomparsa" è un libro per gli appassionati del genere, un dramma multigenerazionale che li farà letteralmente impazzire. 









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