Blog Tour: Colette. Un sogno audace - Nicoletta Sipos

Scrittrice, attrice di teatro, giornalista, donna emancipata e femme fatale: la francese Colette fu una delle donne più seducenti della prima metà del XX secolo. Una biografia ne racconta il lato più intimo e segreto.

Titolo: Colette. Un sogno audace
Collana: Femminile singolare
Autore: Nicoletta Sipos
Genere: Biografia
Editore: Morellini Editore
Link d'acquisto: IBS

TRAMA 

Inseguì tra contraddizioni e ambiguità il sogno più audace per una donna del suo tempo: essere padrona di sé. Il primo marito la chiudeva a chiave per costringerla a scrivere, ma finì apprezzata da Proust, Cocteau, Gide. Diede scandalo danzando nuda al music-hall e per i suoi amori, ma si puliva del fango con un sorriso. Era raffinata, ma bazzicava i bassifondi. Creò cosmetici su consiglio di André Maginot - lo stratega che progettò la linea difensiva francese sfondata dai tedeschi nel 1940 - e dall'impresa fallita imparò a scrivere testi pubblicitari per le sigarette Lucky Strike e le automobili Ford. Voleva far frustare a sangue le femministe e chiuderle in un harem, ma rifiutò di entrare nell'Académie Française perché era preclusa alle scrittrici. Ebbe compagni che potevano essere suoi figli, ma ignorò la sua unica figlia dicendo che generazioni diverse non dovevano vivere insieme. Eppure la figlia, lei pure di nome Colette, si dedicò al culto della madre e volle essere sepolta accanto a lei. Ed è alla figlia che ho affidato il racconto per scavare nei fatti, della biografia della donna.


IV TAPPA: NICOLETTA SIPOS RACCONTA

Di Colette si è scritto molto e si è detto e contraddetto pure troppo. Nicoletta Sipos ce la presenta in una veste sincera e senza fronzoli, raccontata attraverso le parole della sua unica figlia con cui aveva un rapporto difficile, perché come sostiene la figlia non era facile essere figlia di Colette, ma ciò nonostante si sono amate sempre, ed infatti dopo la dipartita della genitrice, Colette junior ha sempre difeso la produzione letteraria della madre. 
Lascio ora la parola all'autrice, a cui ho rivolto poche ed efficaci domande sul suo libro. 


  • Ciao Nicoletta, come nasce l'idea di scrivere un libro su Colette?
La proposta di scrivere una biografia in forma di romanzo mi è arrivata da Sara Rattaro che ha ideato e dirige per l’editore Morellini la collana “Femminile singolare”. Ne abbiamo parlato alla fine del novembre 2020 stabilendo tempi di consegna rapidi. La storia doveva essere una biografia accurata, scritta però in forma di romanzo da un’ottica di fantasia. È proprio per questo che sono finita a Colette, una scrittrice che conosco e amo da quando ero una ragazzina e sulla quale avevo in casa diversi volumi: romanzi, racconti e biografie. Un mostro sacro delle lettere e un pessimo soggetto (lo dico con un sorriso). E io ho un debole per i pessimi soggetti che hanno vite irrequiete e – soprattutto - una scrittura cristallina.

  • Perché hai affidato la sua biografia alle parole della figlia?
Ho seguito la legge del contrappasso. Colette, è risaputo, non è stata una madre affettuosa. Il suo rapporto con la figlia è rimasto difficile e freddo almeno fino ai vent’anni della ragazza cui ha voluto dare il cognome Colette, con cui firmava i suoi libri. Non c’è cattiveria nel suo atteggiamento. Amando i gatti la scrittrice trovava assolutamente sensato il comportamento delle gatte che appena svezzati i cuccioli li spingono lontano perché diventino autonomi. Del resto, dopo un primo periodo di incomprensioni e recriminazioni, tra madre e figlia ci fu un sensibile riavvicinamento. E alla morte di Colette, nell’agosto 1954, la figlia lottò con tutte le sue forze per difendere la sua eredità letteraria. Un ruolo che lei stessa aveva assegnato al suo terzo marito, Maurice Goudeket.

  • Colette, ovvero Sidonie Gabrielle Colette, è stata scrittrice, attrice, madre, una donna sui generis, di cui si è scritto tanto e chiacchierato molto. Per te invece chi è davvero Colette? 
Tutto questo, e qualcosa di più. In lei vedo una esploratrice della vita, una che ha voluto sperimentare tante emozioni e avventure diverse ed è stata – quasi senza volerlo – un’anticipatrice del femminismo. Infatti difendeva la libertà delle donne in anni in cui alle donne si lasciava ben poco spazio. Studi al minimo, mestieri subalterni, dipendenza assoluta dai maschi della famiglia: padri, fratelli, figli. Colette ha rotto gli argini e ha voluto vivere a modo suo sfidando molti tabù. Leggendo il mio libro ne saprete di più.

  • Colette è un sogno audace o ha avuto un sogno audace? 
Dipende da come la si vuole vedere, per me vanno bene entrambe le interpretazioni. Ma di fatto Colette è, semmai, una realtà trasgressiva e credo che e abbia coltivato il sogno più audace per una donna del suo tempo coltivando la propria indipendenza e vivendo di testa sua senza subire le regole del suo tempo. Divenne scrittrice perché non aveva imparato altri mestieri, ma portò la sua scrittura ai livelli più alti facendosi apprezzare da Proust, Mauriac, Gide e tanti altri. Persino dallo scrittore cattolico Graham Greene.

  • Alle prime pagine del romanzo scrivi: "Bisogna, con le parole di tutti, scrivere come nessuno". Una frase di una potenza inaudita...vuoi spiegarcela?
È una delle frasi di Colette che mi è entrata subito nel cuore. La grande scrittrice voleva comunicare con tutti, anche con i lettori meno preparati. Per questo non usava frasi complesse e parole ricercate, ma tagliava i fronzoli cercando la massima semplicità. Georges Simenon, che Colette aiutò molto agli esordi, ricordava con qualche tenerezza i suoi consigli, anche se a tratti l’accusava di non averli sempre seguiti lei stessa mostrandosi ridondante e troppo “letteraria”. Non sono del tutto d’accordo sulla critica, ma la ricordo per completezza d’informazione.

  • Nicoletta, come scrittrice hai dato molta attenzione alle donne, focalizzando l'attenzione su tematiche di grande attualità, come la violenza domestica e la maternità assistita, ad esempio. Ti ritieni una femminista o scrivi soltanto storie che si coniugano al femminile singolare?
Mi piace scrivere di cose che conosco. Mi riesce meglio e adoro essere empatica con le mie protagoniste. Ma non mi fermo alle donne. Proprio ora sto scrivendo la storia di un uomo, un buon patriota vissuto tra il 1847 e il 1935. Un uomo che ha creduto nel bene comune fino a quando ha potuto, ma durante la Grande Guerra ha aperto gli occhi. Potrei aggiungere che ho vissuto la fase più fantasiosa del femminismo targato 1968, ma ero troppo impegnata dalla famiglia (e pure timida) per scendere in piazza a bruciare reggiseni. Oggi, mezzo secolo dopo quei fatti, mi prendo la rivincita scrivendo storie di donne che si confrontano con le loro difficoltà.
  • Fatti la domanda che vorresti ti venisse chiesta e datti una risposta.
La domanda potrebbe essere: Se potessi tornare indietro cosa cambieresti della tua vita? E la risposta: Seguirei il consiglio di Colette che diceva: “Siate felici è uno dei modi di essere saggi”. E quella felicità, naturalmente, comprende tutto: non lasciarsi frenare dalle regole degli altri, amare senza paura, boicottare il pudore, bearsi del sorriso dei bambini, scrivere libri. Possibilmente bellissimi. Anzi, sicuramente bellissimi.

Grazie a Nicoletta Sipos per questa bella e soddisfacente intervista.




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