Review Party: Viola e il blu - Matteo Bussola
Una storia per far crescere le bambine e i bambini liberi dalle etichette, con illustrazioni dell'autore.
Titolo: Viola e il blu
Autore: Matteo Bussola
Editore: SalaniTRAMA
Questa è la storia di Viola, una bambina che gioca a calcio, sfreccia in monopattino e ama vestirsi di Blu. Viola i colori li scrive tutti con la maiuscola, perché per lei sono proprio come le persone: ciascuno è unico. Ma non tutti sono d’accordo con lei, specialmente gli adulti. Tanti pensano che esistano cose ‘da maschi’ e cose ‘da femmine’, ma Viola questo fatto non l’ha mai capito bene. Così un giorno decide di chiedere al suo papà, che di lavoro fa il pittore e di colori se ne intende. È maggio, un venerdì pomeriggio, il cielo è azzurrissimo e macchiato di nuvole bianche, il papà è in giardino che cura le genziane. Le genziane hanno un nome da femmine, eppure fanno i fiori Blu. Però ai fiori, per fortuna, nessuno dice niente. Non è come con le persone, pensa Viola. Un fiore va bene a tutti così com’è… In questa storia, ispirata dalle conversazioni con le sue figlie, Matteo Bussola indaga gli stereotipi di genere.
RECENSIONE
Conosco una bambina difficile. E' facile essere una bambina difficile. Se non hai paura di cadere quando vai fortissimo in bici, se preferisci arrampicarti sugli alberi invece che giocare alle principesse, se ti dicono di non giocare a calcio coi maschi e tu non capisci il perché, se hai l'impressione che quando ti chiedono di fare la brava intendano solo farti stare zitta, insomma ogni volta che non sei ciò che si aspettano da te, allora ecco. Almeno una bambina così la conosci di sicuro. Magari quella bambina sei proprio tu.
E in effetti sono proprio io quella bambina, quella a cui come Viola, la protagonista di questo romanzo breve per ragazzi scritto da Matteo Bussola, piace il blu, quella che non sopportava il rosa e i giochi da femmina, quella che amava giocare col pallone da calcio col suo papà e con i bambini del vicinato, quella che guidava la bici senza mani senza timore di cadere e sbucciarsi le ginocchia. E come Viola, non ho mai capito perché gli altri bambini non accettavano il mio modo di essere.
Grazie a Matteo Bussola ho scoperto che non era la me di allora ad essere sbagliata, ma lo sguardo di chi mi osservava, condizionato dalle etichette che la società attribuisce, etichette che tra l'altro sono cambiate nel corso dei secoli. Non sempre infatti il blu era il colore degli uomini e il rosa delle donne. Sapevate ad esempio che nel Giudizio Universale Dio indossa una veste rosa? Ci avete mai fatto caso invece che il manto delle Madonne è sempre blu? Questo perché ai tempi antichi il rosa, che altro non è è che una sfumatura del rosso, era considerato il colore della forza, della determinazione e del coraggio, tutte qualità indispensabili per un uomo. Mentre al blu si addossavano sostantivi come accoglienza, grazia, gentilezza, mansuetudine, tutte virtù attribuibili ad una donna.
Nel tempo cos'è cambiato? Bè, possiamo riassumere attribuendo la colpa alla Barbie quando la Mattel, la casa dei giocattoli più famosa al mondo, ha introdotto la mini bambola dai capelli biondo platino e dagli abitini rosa, con la macchina rosa, la casa rosa e la confezione rosa. E per contrasto il blu è diventato il colore dei maschi.
La questione del Rosa e del Blu non riguarda i colori. I colori in realtà non c'entrano niente. I colori sono solo colori, e i significati che vengono loro dati per le distinzioni di genere sono solo un riflesso delle etichette, delle caselle nelle quali si vogliono da sempre racchiudere le persone.
Come l'etichetta della forza e risolutezza di carattere che è del maschio mentre quella della dolcezza e gentilezza appartiene alla donna, come ancora che è consentito alle donne lamentarsi e piangere, mentre fa poco maschio se all'uomo scende una lacrima. Stessa cosa dicasi per "le cose da uomo e le cose da donna": è da uomo giocare con le macchinine e comprare giornaletti dei supereroi, è da femmine avere le bambole e le riviste di Frozen. Fa strano, invece, se vedi una bambina sfrecciare in monopattino e un bambino che invece ama Dora l'esploratrice.
Il problema delle etichette sono gli stereotipi, la gente si rasserena per ciò che capisce e comprende, si sente rassicurata. Diversamente è spaventata da tutto ciò che è fuori dagli standard, dagli schemi, perché non li comprende.
Viola però non vuole ribellarsi a questi schemi, vuole soltanto essere se stessa, una ragazzina che ama cose da donne e fa cose da maschi e viceversa.
Con un racconto breve ma intenso, contornato meravigliosamente da illustrazioni blu, Matteo Bussola, una delle voci più incisive del panorama letterario italiano, insegna ai più piccoli ad essere liberi dalle etichette, ad esprimersi come vogliono, con la consapevolezza che ognuno di noi è unico ed ha tutto il diritto di andare dove vuole, senza farsi condizionare dall'opinione altrui.
Questo libro è unico, una vera pennellata di poesia, che spoglia il mondo di concetti antipatici e sessisti come il maschilismo e il femminismo, per colorarlo solo di umanità ed intelligenza.
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