Una storia commovente ed indimenticabile racchiusa in una prosa elegante e poetica.
Titolo: La donna dal kimono bianco
Titolo originale: The woman in the white kimono
Autore: Ana Johns
Editore: Tre60
Genere: Narrativa
TRAMA
Giappone, 1957. Il matrimonio combinato della diciassettenne Naoko Nakamura con il figlio del socio di suo padre garantirebbe alla ragazza una posizione sociale di prestigio. Naoko, però, si è innamorata dell’uomo sbagliato: è un marinaio americano, quello che in Giappone viene definito un gaijin, uno straniero. Quando la ragazza scopre di essere incinta, la comprensione e l’affetto che sperava di trovare nei genitori si rivelano soltanto un’illusione. Ripudiata da chi dovrebbe starle vicino, Naoko sarà costretta a compiere scelte inimmaginabili, per qualunque donna ma soprattutto per una madre.
Stati Uniti, oggi. Tori Kovač è una giornalista. Mentre si prende cura del padre, anziano e gravemente malato, trova una lettera che getta una luce sconvolgente sul passato della sua famiglia. Alla morte del padre, decisa a scoprire la verità, Tori intraprende un viaggio che la porta dall’altra parte del mondo, in un villaggio sulla costa giapponese. In quel luogo così remoto sarà costretta a fronteggiare i demoni del suo passato, ma anche a riscoprire le proprie radici.
RECENSIONE
Diciamolo: di libri ne vengono pubblicati tanti ma pochi restano memorabili. "La donna dal kimono bianco" è uno di questi. Un romanzo di natura storica che permane tra le pieghe del cuore per la sua storia così profonda e toccante. Una vicenda intrisa di sentimenti che a volte combaciano e a volte contrastano, impregnata di cultura giapponese e di valori famigliari, protesa all'emancipazione femminile e al mondo che, cambiando, sta togliendo le briglie ai principi standard e si sta aprendo verso nuovi orizzonti anticonformisti. Una storia incantevole sostenuta dalla forza incandescente di una donna che non si ferma davanti a nulla.
Ne viene fuori un ritratto potente ed emotivo di una protagonista femminile, Naoko Nakamura, che si barcamena, non senza lotte interiori con se stessa, tra la famiglia e il grande amore della sua vita.
Promessa in sposa ad uno del suo stesso rango, Naoko è in realtà perdutamente innamorata di un marinaio americano, un gaijin, uno straniero, uno che rappresenta un affronto per la sua famiglia e per la loro cultura, che non dovrebbe nemmeno guardare. Quando Naoko rimane incinta viene ripudiata dalla sua famiglia e completamente tagliata fuori, abbandonata a se stessa e costretta a prendere decisioni anche gravi che la influenzeranno per tutta la vita.
La forza interiore di Naoko è indescrivibile, così come la sua voglia smisurata di accettazione da parte della famiglia di origine e di progredire, gettando le basi per un futuro migliore e meno intrappolato in rigidi schematismi.
Il Giappone degli anni '50 si alterna con gli Stati Uniti dei nostri giorni, focalizzando l'attenzione sul rapporto padre figlia in una fase molto delicata, ovvero quando il padre è malato gravemente e la figlia se ne prende cura con una dolcezza e un amore infinito. Un rapporto invidiabile che segna il lettore, facendo luce sulla difficoltà di lasciar andare chi si ama davvero, e allo stesso tempo che fa comprendere che le persone care non ci lasciano mai davvero.
Quando la figlia trova una lettera che racconta verità sconvolgenti, dopo la morte del padre decide di far luce sul passato della sua famiglia, intraprendendo un viaggio sulla costa giapponese.
Una storia di grande bellezza, più del film di Sorrentino, che narra in modo poetico, elegante e soprattutto commovente la difficoltà di innamorarsi in modo non tradizionale delle donne giapponesi. Donne che vengono ostracizzate, rinnegate dalle loro famiglie e allontanate da tutti coloro che amavano, costrette il più delle volte a fare scelte strazianti. E' anche una storia che racconta di un grande e potente amore, e di come il frutto di esso sia stato sempre al centro gravitazionale di tutto.
Una storia evocativa e tragica che è esemplificazione degli orrori della cultura del tempo ma anche emblema di come l'amore, muta le forme ma conserva la sua essenza intatta.
La donna dal kimono bianco è uno dei miei indimenticabili.
Ne viene fuori un ritratto potente ed emotivo di una protagonista femminile, Naoko Nakamura, che si barcamena, non senza lotte interiori con se stessa, tra la famiglia e il grande amore della sua vita.
Promessa in sposa ad uno del suo stesso rango, Naoko è in realtà perdutamente innamorata di un marinaio americano, un gaijin, uno straniero, uno che rappresenta un affronto per la sua famiglia e per la loro cultura, che non dovrebbe nemmeno guardare. Quando Naoko rimane incinta viene ripudiata dalla sua famiglia e completamente tagliata fuori, abbandonata a se stessa e costretta a prendere decisioni anche gravi che la influenzeranno per tutta la vita.
La forza interiore di Naoko è indescrivibile, così come la sua voglia smisurata di accettazione da parte della famiglia di origine e di progredire, gettando le basi per un futuro migliore e meno intrappolato in rigidi schematismi.
Il Giappone degli anni '50 si alterna con gli Stati Uniti dei nostri giorni, focalizzando l'attenzione sul rapporto padre figlia in una fase molto delicata, ovvero quando il padre è malato gravemente e la figlia se ne prende cura con una dolcezza e un amore infinito. Un rapporto invidiabile che segna il lettore, facendo luce sulla difficoltà di lasciar andare chi si ama davvero, e allo stesso tempo che fa comprendere che le persone care non ci lasciano mai davvero.
Quando la figlia trova una lettera che racconta verità sconvolgenti, dopo la morte del padre decide di far luce sul passato della sua famiglia, intraprendendo un viaggio sulla costa giapponese.
Una storia di grande bellezza, più del film di Sorrentino, che narra in modo poetico, elegante e soprattutto commovente la difficoltà di innamorarsi in modo non tradizionale delle donne giapponesi. Donne che vengono ostracizzate, rinnegate dalle loro famiglie e allontanate da tutti coloro che amavano, costrette il più delle volte a fare scelte strazianti. E' anche una storia che racconta di un grande e potente amore, e di come il frutto di esso sia stato sempre al centro gravitazionale di tutto.
Una storia evocativa e tragica che è esemplificazione degli orrori della cultura del tempo ma anche emblema di come l'amore, muta le forme ma conserva la sua essenza intatta.
La donna dal kimono bianco è uno dei miei indimenticabili.
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